ExKarcere sotto sgombero… Appello alla mobilitazione

L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Cammarata ha individuato un altro (ancora!) segmento di città da vendere alla speculazione edilizia e all’abietto affarismo che copre Palermo. Ennesima azione dei palazzinari,
contigui al potere politico e mafioso della città, la quale
costringe una moltitudine di famiglie all’esodo periferico,
nell’affannosa ricerca di un nuovo tetto sotto cui vivere,
frequentemente portandola all’occupazione delle case sfitte. Il csoa
ExKarcere, nei suoi sette anni di vita, ha giocato un ruolo non
marginale nelle pratiche di occupazione e difesa delle occupazioni per
il diritto alla casa; oggi è lui ad essere messo in discussione
dalla giunta cittadina. ExKarcere non vuol dire solo movimento per il
diritto all’abitare ma anche luogo in cui una larga fetta di
proletariato giovanile ha trovato un riferimento per la produzione di
socialità e cultura altra, di difesa dei territori e pratica
antifascista, di antagonismo e conflitto politico. Il comune di Palermo
sta andando nella direzione in cui il bagaglio di ricchezza e
liberazione del csoa
ExKarcere deve essere scacciato per mano di uno sgombero, nel tentativo di sedare la sua incompatibilità con
le istituzioni e la sua conflittuale pratica politica, per regalare un
altro stabile alla "piazza del libero mercato". I compagni e le
compagne del centro hanno diramato quest’appello, per un corteo
nazionale l’11 ottobre a Palermo, a questo seguiranno approfondimenti e
interviste nelle prossime settimane.

Non fu la prima e non sarà l’ultima… Era il 12 marzo 2001
quando, dopo lo sgombero della casa del goliardo, da una nuova
occupazione di uno stabile abbandonato nel quartiere popolare
dell’Albergheria, la città di Palermo ha visto nascere
l’esperienza del centro sociale occupato e autogestito "ExKarcere";
esperienza che prende le mosse proprio da un’occupazione che è
al tempo stesso riappropriazione di spazi sociali e di luoghi di
autonomia politica, ma anche risposta determinata e conflittuale alla
speculazione edilizia nei centri storici perpetuata dalle varie
amministrazioni cittadine che nel tempo si sono succedute.

Esperienza importante per la nostra città perché è
stata la prima occupazione di un centro sociale a Palermo dopo un
decennio in cui la città era rimasta senza spazi autogestiti o
occupati. Tutto ciò nasce dall’esigenza di rilanciare sul piano
teorico e pratico un nuovo agire politico in netta collisione con il
sistema partitico e con le istituzioni che nel nuovo scenario
globalizzato hanno assunto forme peculiari di invasività e
controllo. Nella distanza incolmabile con ogni forma di dialogo e di
ricerca del compromesso tipica della politica formale, queste nuove
pratiche hanno avvicinato la Palermo più popolare a forme di
partecipazione autonoma e diretta alle battaglie che la vedeva
coinvolta, sviluppando così, nei tanti soggetti sociali della
città normalmente non interessati alle logiche istituzionali, un
concetto di politica orizzontale e mai di rappresentanza.
Le ultime elezioni ci dimostrano inequivocabilmente come la scelta di
compatibilità e di piena integrazione al sistema economico
capitalista e a quello parlamentare, portato avanti da tutto il mondo
della sinistra istituzionale, abbia infine portato alla luce tutte le
contraddizioni e le falsità di questa presunta alternativa
politica accelerandone la prematura scomparsa. Una scelta di
convenienza politica che oggi oltre a mettere in crisi l’esistenza
stessa di questi partiti, ha soprattutto compromesso, nell’immaginario
collettivo, l’idea stessa di una alternativa possibile all’esistente.
Conseguenza di questa scelta di campo è peraltro la passiva
accettazione dell’incontrastato dominio politico dell’attuale governo
Berlusconi le cui prime scelte stanno già delineando un sempre
più pesante attacco ai diritti dei lavoratori, dei precari. Un
progetto politico, quello del centro-destra, che agevolato dalla
complicità veltroniana, sul concetto di "emergenza" ha da subito
imposto le sue linee direttive basate su pesantissimi tagli nel campo
dell’istruzione, dell’università-ricerca, delle spese sociali;
su riforme legislative che aumentano il controllo sociale, palesemente
antidemocratiche (dal federalismo alle riforme giudiziarie); sulla
definitiva svalutazione del lavoro salariato, su una ancora più
pronunciata istituzionalizzazione della precarietà del lavoro e
della vita; e soprattutto sulla sistematica repressione di ogni forma
di dissenso politico e incompatibilità sociale sostenuta
attraverso militarizzazioni forzate dei territori e strumentali
criminalizzazioni ogni qualvolta emergano forme di reale antagonismo.
ExKarcere ha rappresentato in questi anni una significativa espressione
cittadina di antagonismo che, rifiutando la logica del compromesso con
le istituzioni, ha ostacolato in più di un’occasione i processi
di valorizzazione del capitale nella metropoli, attirando così
la decisa risposta degli apparati repressivi. In questi sette anni
però la resistenza determinata dei compagni e delle compagne ha
saputo avere la meglio sulle continue minacce di sgombero e su tutte le
iniziative giudiziarie e poliziesche che ci hanno colpiti, continuando
con fermezza il lavoro politico all’Albergheria e in tutta la
città. Il potere tenta nuovamente di cancellare una storia fatta
di lotte sociali, di battaglie di riappropriazione di diritti e grandi
mobilitazioni di piazza lontane anni luce da ogni schematismo di
partito e da ogni forma di delega e di rappresentanza in una metropoli
caratterizzata da uno stravolgimento delle relazioni sociali e da
modernizzazioni imposte da modelli neo-coloniali.
Dalla nascita, poco prima del g8 a Genova , l’ExKarcere ha saputo
essere punto di riferimento per migliaia di giovani palermitani e per
intere fasce di proletariato dei quartieri popolari palermitani al
fianco dei quali siamo scesi in piazza ogni volta che si e’ trattato di
impedire uno sfratto o uno sgombero o di sostenere la lotta per la
casa, per un reddito garantito lavoro o non lavoro, quando si e’
trattato di opporsi al vertice ONU tenutosi in una Palermo blindata
oppure quando si e’ rilanciato il ruolo del 1 maggio e della lotta
contro la precarietà e per un reddito garantito costruendo la
Palermomayday; ha saputo farsi portavoce delle istanze di chi in
città lotta per il problema abitativo, combattendo al loro
fianco gli sfratti e organicamente con le fasce proletarie di
popolazione che affrontano quotidianamente i drammi prodotti da miserie
e speculazioni; è stato accanto ai lavoratori in agitazione
della FIAT di Termini Imerese e di fronte alle agenzie interinali per
reclamare lavoro, reddito e dignità; è stato protagonista
delle grandi mobilitazioni contro il Ponte sullo Stretto e contro altre
grandi opere (la prossima costruzione dell’inceneritore di Bellolampo)
denunciandone non solo invasività, inutilità e
pericolosità per l’ambiente e la salute, ma opponendosi
soprattutto ad un modello di sviluppo, che fa degli interessi economici
delle varie lobbies imprenditoriali (del cemento, della guerra…)
l’unico criterio valido per determinare le vie al "progresso" di un
determinato territorio, non preoccupandosi di distruggere
irreversibilmente le naturali vocazioni e le specificità dei
luoghi, delle popolazioni, delle relazioni sociali; ma ExKarcere
è stato in questi anni anche sinonimo di antifascismo militante,
pratica coltivata oltreché con una politica culturale e di
controinformazione, soprattutto impedendo la conquista di
agibilità politica cittadina alle formazioni neofasciste e
andando in controtendenza con un atteggiamento "vittimista" nei
confronti del tema "antifascismo" che va per la maggiore in alcuni
territori anche fra le realtà di compagni sia a Palermo che nel
resto d’Italia.
Oggi, questo bagaglio di lotte e idee di cambiamento è messo in
discussione dall’ennesima manovra affarista dell’amministrazione
Cammarata (Forza Italia), che, mettendo in campo il suo apparato
poliziesco-repressivo, si vuol riprendere un posto di valore dalla cui
vendita a enti privati tanti governanti troveranno il proprio
portafoglio più gonfio.
In opposizione a politiche securitarie e pratiche di controllo sociale
che vorrebbero reprimere e cancellare quelle realtà che, sempre
in prima linea nella costruzione e diffusione di lotte dal basso, hanno
saputo generare e interpretare le istanze di una vera e propria
conflittualità di classe, rispondiamo indicendo nel giorno 11
ottobre 2008 un corteo nazionale dei centri sociali che, sull’onda
della radicalità e della determinazione che ci ha
contraddistinto in questi anni, risponda con la dovuta rabbia ai
processi di militarizzazione delle politiche di ordine pubblico e di
repressione delle esperienze di lotta. Nessuno fermerà la nostra
voglia, il nostro bisogno di conquistare spazi di agibilità
politica nella nostra città, giorno dopo giorno, ci riprenderemo
metro dopo metro, pezzo dopo pezzo le strade e le piazze, per creare
spazi di contropotere da contrapporre alle logiche capitalistiche.
Invitiamo dunque la cittadinanza, i compagni e le compagne di
tutt’Italia, e tutti coloro i quali sono ancora pronti a difendere la
legittimità e il ruolo politico e sociale che spazi antagonisti
quali l’ExKarcere svolgono nelle metropoli, a partecipare con la
propria determinazione al corteo in difesa degli spazi sociali e delle
realtà autonome continuamente minacciate dalla repressione del
comando capitalista.
EXKARCERE RESISTE…
NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!
MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI CENTRI SOCIALI
PALERMO 11 OTTOBRE 2008
Concentramento

ORE 16 VIA MONGITORE 77 (davanti ExKarcere)

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