UN GIORNO DI FUOCO..ENNESIMO SGOMBERO DI UNO SPAZIO SOCIALE A PADOVA

Nella serata di mercoledì
3 dicembre una trentina di studenti del Collettivo di Scienze Politiche
hanno occupato uno stabile in fondo a via Beato Pellegrino.

L’edificio, un ex ufficio postale, è
abbandonato da cinque anni ed è in buono stato. Nella giornata
di oggi, giovedì 4, senza alcuna notifica, il sindaco Zanonato,
per motivi di ordine pubblico, ha deciso in favore di uno sgombero
violento e illegittimo, e quindi ha dato ordine alla Questura di
procedere con cariche che hanno portato al ferimento di cinque ragazzi.
Contemporaneamente si stavano svolgendo le trattative con il Presidente
dell’associazione a cui lo stabile era stato dato in concessione.

Lo spazio è stato occupato per costruire un
laboratorio di inchiesta e autoformazione che permetta di costruire
un’indagine sociale sui problemi della città di Padova.

La cronaca audio con Bruna del Collettivo di Scienze Politiche.
-  [ audio ]

Dopo i fatti della mattinata, i ragazzi del Collettivo
si sono mossi in un corteo spontaneo verso il centro cittadino e si
sono fermati davanti al Comune di Padova per protestare contro il
Sindaco e contro le modalità dello sgombero.
Le porte del
Comune erano aperte e quindi gli attivisti del Collettivo si sono
apprestati ad entrare pacificamente; ma immediatamente sono intervenuti
i vigili urbani e la polizia con manganellate e pugni in una carica
caotica e violentissima.
Uno dei ragazzi è stato bloccato e
picchiato dai vigili dentro il suolo del Comune, rilasciandolo solo
dopo una decina di minuti, mentre tre ragazzi sono finiti in ospedale e
molti sono rimasti contusi.

Il commento di Omid del Collettivo di Scienze Politiche.
-  [ audio ]

Links:
www.labfuoco.org
www.senzatv.com

 

 COMUNICATO DEL LABORATORIO FUO.CO.

 

 

Dopo quasi un anno
dall’ultimo sgombero, ieri 3 dicembre, come attivisti del
Collettivo scienze politiche- Laboratorio Fuo.Co. abbiamo occupato uno
stabile in disuso da cinque anni, in Via Beato Pellegrino 204, di
proprietà del Comune di Padova, per dare spazio ai nostri
progetti di inchiesta, autoformazione a ricerca sulle nuove forme di
controllo sociale e le politiche securitarie che sempre più
governano le nostre città e le nostre vite. Il sindaco Zanonato,
nonostante le nostre ripetute e continue richieste di dialogo e di
apertura di un tavolo di trattativa sulla questione degli spazi, non si
è nemmeno degnato di comunicare con noi ed ha firmato questa
mattina un’ordinanza di sgombero dello stabile che abbiamo
occupato.

Alle 13 sono arrivati
una decina di agenti DIGOS che, senza nessun preavviso nè
spiegazione, ci hanno aggredito a calci e pugni, trascinandoci fuori e
costringendoci a uscire dallo stabile. A sgombero avvenuto è
arrivato un vigile urbano che, “tempestivamente”, ha
notificato lo sgombero mentre sopraggiungeva una camionetta della
celere. Subito dopo ci siamo diretti verso palazzo Moroni, sede del
Comune di Padova, per chiedere spiegazione dell’improvviso e
violento sgombero. Sul luogo si trovavano già diversi agenti
DIGOS e due volanti della polizia. All’interno del cortile, la
polizia coadiuvata da zelanti vigili urbani, manganelli alla mano, ci
ha respinto sul cancello placcando e fermando un nostro compagno.
Abbiamo subito e con forza dato vita ad un presidio molto determinato a
richiedere la liberazione del nostro compagno fermato, venendo
ripetutamente caricati dalla polizia e dal reparto celere arrivato
dalla Questura. Nelle cariche sono stati coinvolti anche passanti
inermi che tornavano dalla spesa al mercato e quattro studentesse che
hanno riportato ferite e contusioni alla testa e alle braccia con
prognosi tra gli 8 e i 10 giorni, tra cui una ancora in osservazione in
ospedale.

Denunciamo con forza
chi ancora una volta dimostra di utilizzare le forze di polizia per
trincerarsi dietro questioni di ordine pubblico invece che affrontare
le reali esigenze della città che amministra. Denunciamo
l’estrema gravità del comportamento del sindaco Zanonato,
completamente sordo alle richieste di spazi di agibilità da
parte degli studenti e dei precari, un sindaco che dimostra in ogni
ambito la propria deriva repressiva e poliziesca attraverso politiche
securitarie, militaresche nelle strade e polizia per schiacciare ogni
forma di conflitto e mobilitazione nella città.

Noi la crisi non la paghiamo

Il FUO.CO. non si spegne

Laboratorio FUO.CO. – Collettivo Scienze Politiche – Fuxia block

 

Scontri a Padova per difedere il Fuo.co.

movimenti

La Polizia ha sgomberato questa mattina lo stabile abbandonato,
occupato ieri dal collettivo di scienze politiche. I compagn* si sono
quindi recati in in Comune. All’ingresso nel cortile del Municipio
c’è stata però unaviolenta carica della Polizia e la
risposta dei compagn* presenti.
Alcuni compagni, feriti dalla manganellate, sono dovuti ricorrere alle
cure ospedaliere. Contusi  -pare – anche alcuni agenti.
________________

Il volantino dell’occupazione di ieri:

Nasce a Padova un nuovo spazio “fuori dal controllo”

Arriva un momento in cui bisogna rompere gli indugi, un istante nel
quale ci si deve mettere in gioco e mettere in gioco le proprie
abitudini e le proprie “sicurezze” per compiere un passo in
avanti concreto nel tragitto che ci separa dal raggiungimento dei
nostri bisogni e dei nostri desideri. Un passo in avanti innanzitutto
per rendere palese che chi esercita controllo e potere non avrà
mai le nostre vite, le nostre menti, il nostro presente e il nostro
futuro.
Noi oggi pensiamo di compiere uno di questi piccoli passi, uniti da un
sentore collettivo che esige sempre di immaginare e costruire
l’impossibile.
Lo spazio che da oggi viene occupato dai nostri corpi impazienti e dai
nostri saperi ribelli e che siamo pronti a difendere con tutta la forza
della nostra determinazione si chiamerà
:

  • LABORATORIO  FUORI DAL CONTROLLO..

Un laboratorio politico, sociale, culturale e artistico che vuole
innanzitutto fornire, a chi lo vivrà e a chi semplicemente lo
attraverserà, nuovi strumenti di comprensione di se stessi e
della realtà circostante  in un contesto sociale in cui i
nostri “formatori”, della televisione o
dell’università non fa differenza, ci insegnano, senza
darci pace, che la regola numero uno è rassegnarci
all’immutabilità dell’attuale stato di cose.
In uno scenario in cui la messa in discussione degli equilibri
costituiti eccede la sempre tollerata azione partitica e
sindacale,  il rischio è di essere stigmatizzati come
nemici del “benessere” e dello “sviluppo” della
intera comunità.

Occupiamo perché diffidiamo dei nostri “formatori”;
abbiamo il forte sospetto che ci stiano ingannando. Occupiamo
perché la nostra fame di sapere ha bisogno di uno spazio fisico
per diventare energia dirompente in grado di costruire alternative di
vita singola e collettiva rispetto alle previsioni e prevenzioni
dell’asfissiante controllo sociale neoliberista.

Vogliamo sapere, essere consapevoli e così poter agire,
confliggere. Vogliamo sapere perché siamo precari, sapere
perché siamo insoddisfatti, sapere cosa accade alle nostre
università vittime del definitivo smantellamento del welfare e
protagoniste di una delle contestazioni più diffuse e radicali
vissute negli ultimi anni, sapere perché i nostri governi
bombardano e occupano altri stati, sapere perché gli spazi
dell’emarginazione e dell’esclusione sociale si stanno
ampliando a dismisura.
Costruire un osservatorio che analizzi in modo critico gli aspetti
più contraddittori dell’attuale modello di sviluppo, un
modello che tenta di imporre nelle nostre vite il paradigma securitario
e che oggi su scala globale vive una crisi senza precedenti. È
questo uno dei primi obiettivi che ci poniamo.

Formazione, lavoro, guerra: pensiamo sia  imprescindibile
affrontare ed indagare criticamente queste  realtà della
nostra vita quotidiana con gli strumenti dell’inchiesta e
dell’autoformazione  per comprendere la complessità e la
vera natura del potere contemporaneo, 
individuare e
liberarsi delle strategie di controllo sociale ed essere in grado di
costruire concretamente esperienze nuove di relazioni sociali, di
trasmissione di saperi e di trasformazione dell’esistente.
Incontri, dibattiti, gruppi di lavoro, incontri di autoformazione,
proiezioni, pubblicazioni, percorsi di inchiesta e
conricerca….ma anche azioni dirette per rallentare e contrastare
il dilagare della precarietà, contrapporci alla svendita
dell’università e alla mercificazione della cultura,
difendere la calpestata dignità dei migranti, sabotare i sistemi
di controllo e sorveglianza e altro ancora.

Siamo impazienti di partire ma soprattutto di raccogliere proposte nuove da tutti quelli che vorranno camminare con noi.
Siamo quelli senza piattaforma, senza libretti rossi ed
ideologie, non abbiamo gerarchie e piani politici prestabiliti.Siamo
imprevedibili e desideriamo sorprenderci e sorprendere, alimentare
dubbi e sospetti, emanare creatività e conflitto, giorno dopo
giorno, ripartendo da questo spazio.
Vogliamo solo mettere a
disposizione di noi stessi e di tutti quelli che vorranno uno spazio
capace di aprire delle “possibilità”,
possibilità di scegliere, di sapere, di essere un po’ meno
insoddisfatti…

LABORATORIO DI INCHIESTA E DI AUTOFORMAZIONE “FUO.CO”

 

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