Lampedusa, rivolta nel centro di accoglienza violenti scontri tra i migranti e la polizia

LAMPEDUSA – Una rivolta è scoppiata questa mattina nell’ex Cpa
ora trasformato in Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di
Lampedusa, che attualmente ospita oltre 800 immigrati, in gran parte
tunisini. Nel complesso si è sviluppato anche un incendio di vaste
proporzioni. Le forze dell’ordine, che hanno chiamato rinforzi, sono
intervenute con i lacrimogeni per cercare di riportare la calma
all’interno della struttura. Ci sono stati scontri e ci sarebbe un
numero imprecisato di feriti e ustionati tra gli extracomunitari, i
poliziotti e i vigili del fuoco. "La colpa è del governo che ha
trasformato il centro in un lager – ha denunciato il sindaco,
Bernardino De Rubeis – Gli immigrati sono esasperati".

"Nube tossica verso il paese".
"Una nube tossica sprigionata dall’incendio dei pannelli coibentati del
centro di identificazione sta raggiungendo il paese" ha aggiunto De
Rubeis. "Rischiamo anche che si inquini l’acqua. Chiedo l’immediata
evacuazione della struttura. So che ci sono poliziotti ricoverati al
Poliambulatorio per le esalazioni. Potrebbero esserci intossicati anche
tra gli extracomunitari".

Scontri provocati dai tunisini. La
tensione covava da giorni. I tafferugli sono scoppiati dopo che ieri un
gruppo di circa 300 tunisini aveva cominciato lo sciopero della fame
per protesta contro il trasferimento di 107 loro connazionali a Roma,
in vista del rimpatrio coatto. Proprio questo gruppo di tunisini,
secondo il questore di Agrigento, Girolamo Fazio, avrebbe innescato gli
scontri.

Rogo nel Cie, distrutta una palazzina.
Ad appiccare l’incendio sarebbero stati gli stessi immigrati. Un
centinaio di tunisini hanno prima cercato di sfondare dall’interno i
cancelli della struttura senza riuscirci e poi hanno ammassato
materassi, cuscini e carta straccia appiccando le fiamme. Una palazzina
del centro sarebbe interamente distrutta. Le operazioni di spegnimento
del rogo sono rese difficili, oltre che dal forte vento, anche dal
difficile accesso e dai pochi mezzi a disposizione.

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Centro privo di certificato antincendio.
La struttura dell’ex Cpa è stata realizzata con materiale Isopam,
altamente infiammabile. Anche per questo il centro è privo di
certificato antincendio e di abitabilità. La procura di Agrigento ha
aperto un’inchiesta per indagare sulle condizioni di vita e di salute
al centro di accoglienza. Conoscendo le condizioni degli edifici,
alcuni giovani che lavorano nel centro sono fuggiti quando hanno visto
divampare le fiamme.

Il sindaco: "Dieci poliziotti intossicati". "Gli
immigrati hanno dato fuoco al centro di accoglienza. Le fiamme sono
alte dieci metri" ha detto il sindaco De Rubeis. "In mattinata – ha
raccontato – ci sono stati scontri fra forze dell’ordine e immigrati.
Poi gli immigrati hanno appiccato il fuoco nella palazzina centrale e
le fiamme hanno invaso le palazzine vicine". "L’immobile centrale del
Cie è andato distrutto" ha proseguito il sindaco, "molti migranti sono
stati messi al sicuro, ma una decina di poliziotti sono rimasti
intossicati e sono stati portati al poliambulatorio. Non ci risultano
immigrati ricoverati al poliambulatorio, ma non sappiamo se ci sia
qualcuno dentro l’immobile distrutto dalle fiamme".

Acnur: "Evacuare subito i migranti". "Evacuare
immediatamente tutti i migranti e gli operatori che si trovano nella
struttura di Lampedusa in modo da evitare intossicazioni e ustioni". E’
quanto chiede l’Alto commissariato delle Nazioni Unite (Acnur) per i
rifugiati che sta seguendo la rivolta scoppiata all’interno del Cie a
Lampedusa. L’Acnur è in contatto con il Viminale a cui ha chiesto di
intervenire al più presto per evitare il peggio. La struttura è stata
trasformata nelle settimane scorse da Centro di soccorso e prima
accoglienza (Cspa) in Centro di identificazione ed espulsione (Cie) provocando la protesta dei migranti e quella della popolazione.

Un altro incendio nei giorni scorsi. Un paio di settimane fa un incendio era scoppiato nella base Loran
di Lampedusa, che ospita un centinaio di donne extracomunitarie che
erano state trasferite nell’ex base militare per il sovraffollamento
del centro principale dove oggi è scoppiata la rivolta.

 

 

da infoaut.org

 

 

 La situazione di tensione che covava da alcuni giorni nel Cie di di
Lampedusa è sfociata questa mattina in alcuni scontri tra i migranti e
le forze dell’ordine, che hanno chiamato rinforzi. Secondo le prime
informazioni alcune persone sarebbero rimaste ferite.

I tafferugli sono scoppiati dopo che ieri un gruppo di circa 300
tunisini aveva cominciato lo sciopero della fame per protesta contro il
trasferimento di 107 loro connazionali a Roma, in vista del rimpatrio
coatto. Nella struttura, trasformata nelle settimane scorse dal
Viminale da Centro di Prima Accoglienza e Soccorso a Centro di
identificazione ed Espulsione, si trovano in questo momento 863
immigrati, in gran parte tunisini.
Un incendio è divampato nel Cie di Lampedusa dopo l’uso da parte della
polizia di lacrimogeni inseguito al tentativo dei migranti di forzare
il cancello del lager. Una nuvola di fumo si leva alta dai capannoni di
Contrada Imbriacola , dove ha sede il centro, ed è visibile anche dal
paese. La struttura in questo momento è presidiata da polizia e
carabinieri in assetto antisommossa. Ed è ancora in corso l’incendio
che ha gia’ interamente distrutto una palazzina del Centro. Le
operazione di spegnimento del rogo sono rese difficili, oltre che dal
forte vento, anche dai pochi mezzi a disposizione. L’unico presidio dei
vigili del fuoco e’ infatti all’interno dell’aeroporto.

 

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