Terza notte di scontri a Malmoe tra polizia e migranti

Terza notte di scontri a Malmoe. Lo sgombero dell’ex moschea
occupata da un gruppo di giovani immigrati fa scattare la reazione. La
polizia chiede rinforzi, 22 gli arresti finora

E’ la terza notte di scontri quella che è appena passata a
Malmoe, in Svezia. I giovani immigrati del sobborgo di Rosengaard si
sono ripetutamente scontrati con le forze di polizia, dando fuoco a
cassonetti e veicoli, lanciando pietre e bombe molotov.

La tensione è cominciata con lo sgombero forzato di un gruppo di
migranti da un’ex moschea, occupata in seguito alla decisione del
padrone di riappropriarsi dei muri. Già il 24 novembre
l’edificio che aveva ospitato il centro culturale musulmano era stato
occupato e poi sgomberato senza problemi.

Finora sono stati 22 gli arresti, gli scontri sono stati talmente
violenti che la polizia di Malmoe ha chiamato rinforzi da Stoccolma e
dalla vicina Danimarca. Quest’oggi una scuola è andate in fiamme
dopo il ripetuto lancio di bottiglie molotov.

Al terzo giorno di rivolta dei giovani immigrati di Svezia comincia a
delinearsi meglio il carattere di questa rivolta partita da una zona
periferica e molto popolosa di Malmoe: similarmente alla dinamica di
inizio dei riot nelle banlieues francesi nel 2005, o alla rivolta che
sta infiammando la Grecia, quel che ha fatto scattare l’indignazione
è stato un fatto circoscritto (lo sgombero dai locali), il quale
si è poi trasformato in altro, potenziato dal protagonismo dei
giovani immigrati che stanno partecipando alla sommossa. I riot svedesi
sono probabilmente anch’essi da ascrivere al disagio dei giovani
immigrati dentro la società dell’oggi, il che non può che
quindi avere diretti collegamenti e ragioni economiche e sociali.

Nemmeno loro voglion pagare la crisi…

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Bologna – Ordigno alla Corte d’Appello

Bologna, 16 dicembre 2008 – Per l’ordigno esplosivo che questa
notte ha fatto saltare in aria una finestra degli uffici della Corte
d’Appello in vicolo Monticelli a Bologna, in Procura e’
stato aperto un fascicolo: l’ipotesi di reato, per il momento,
e’ il danneggiamento aggravato, oltre alla fabbricazione e al
porto illegale di ordigno esplosivo come previsto dalla legge sulle
armi. L’inchiesta e’ stata affidata al pm Luca Tampieri del
pool antiterrorismo, ma gli inquirenti escludono di contestare
l’aggravante di ordine eversivo perche’, spiegano in piazza
Trento Trieste, al momento mancano elementi in questo senso.

Il finestrone davanti a cui la bomba artigianale e’ stata
piazzata, del resto, fa parte dell’ufficio Unep (Ufficio
Esecuzioni, notifiche e protesti), dove hanno sede gli ufficiali
giudiziari a cui spetta l’”ingrato” compito di
eseguire gli sfratti, pignorare beni e automobili a persone insolventi
e indire le aste di vendita. Per cui, se il campo investigativo
e’ aperto a 360 gradi, gli inquirenti fin da ora non escludono
che potrebbe trattarsi di un gesto casalingo di vendetta da parte di
qualche cittadino che ha subito un provvedimento del genere. Ma per ora
non e’ nemmeno del tutto chiaro se lo scoppio fosse diretto a
colpire le due auto parcheggiate in sosta (una delle quali gravemente
danneggiata) piu’ che il palazzo in se’.

Mentre in Procura attendono la relazione dei Carabinieri del Reparto
operativo, di certo, per ora, c’e’ che l’edificio non
e’ provvisto di telecamere e che chi ha agito, la scorsa notte,
lo ha fatto molto in fretta. Appena dieci minuti prima dello scoppio
(verificatosi alle 3.30), infatti, proprio li’ davanti era
passata una volante della Polizia in servizio di vigilanza dinamica,
come hanno riferito i Vigili del fuoco intervenuti.

L’ordigno e’ stato realizzato in modo artigianale, fanno
sapere i militari del Reparto operativo, che sul posto hanno trovato
frammenti di latta: la polvere da sparo era stata probabilmente chiusa
dentro un contenitore di latta, forse una lattina. Posizionata su quel
davanzale degli uffici Unep, la bomba artigianale ha completamente
scardinato la finestra e ha danneggiato alcune scaffalature piene di
faldoni, facendo volare alcune schegge in strada. Nello scoppio, oltre
alle due auto gravemente danneggiate, si sono rotti anche i vetri di
alcune finestre vicine.

Questa mattina, sul posto dello scoppio, e’ subito arrivato
Adriano Battista, vice dirigente dell’ufficio Unep,
momentaneamente facente funzione in assenza del numero uno.
Battista ha riferito che lo scoppio ha interessato la stanza adibita ad
archivio. I dipendenti dell’Ufficio Unep sono un’ottantina.
“Sono 11 anni che lavoro qui e non era mai successo niente di
simile- spiega Battista- tutt’al piu’ c’era stato
qualche problema di agibilita’”. Il vero problema, secondo
Battista, e’ l’assenza di vigilanza. “Non ci sono
controlli ne’ telecamere, puo’ entrare chiunque- si sfoga
il vice dirigente- questo secondo me non va bene, e’ una
struttura assolutamente non controllata”. Sul posto fa capolino
anche il presidente della Corte d’Appello, Giuliano Lucentini,
che si limita a definire l’accaduto un “fatto grave”.

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Giornata di azione internazionale contro gli omicidi di Stato

“Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo” –
giornata di azione internazionale contro gli omicidi di Stato,
20-12-2008

Oggi (venerdì), l’assemblea del Politecnico occupato di
Atene ha deciso di indire una giornata di azioni di resistenza in
Europa e in tutto il mondo in memoria di tutti gli assassinati, giovani
immigrati e tutti coloro che stavano lottando contro i lacchè
dello stato. Carlo Giuliani; i ragazzi delle banlieues francesi; Alexandros Grigoropoulos
e tutte le altre innumerevoli vittime sparse per il mondo. Le nostre
vite non appartengono agli Stati e ai loro assassini! Il ricordo dei
fratelli e delle sorelle uccisi, degli amici e dei compagni rimane vivo
attraverso le nostre lotte! Noi non dimentichiamo i nostri fratelli e
le nostre sorelle, noi non perdoniamo i loro assassini.
Per favore traducete e diffondete questo messaggio per un giorno comune
di azioni coordinate di resistenza in più posti possibile in
giro per il mondo.


“We don’t forget, we
don’t’forgive” – day of internationalaction
against state murders, 20 – 12 – 2008

Today (Friday), the assembly of the occupied Athens Polytechnic
decided to make a callout for European and global-wide actions of
resistance in the memory of all assassinated youth, migrants and all
those who were struggling against the lackeys of the state. Carlo
Juliani; the French suburb youths; Alexandros Grigoropoulos and the
countless others, all around the world. Our lives do not belong to the
states and their assassins! The memory of the assassinated brothers and
sisters, friends and comrades stays alive through our struggles! We do
not forget our brothers and sisters, we do not forgive their murderers.
Please translate and spread around this message for a common day of
coordinated actions of resistance in as many places around the world as
possible.

http://www.occupiedlondon.org/blog
Original callout: http://athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=943356

Siamo qui, siamo ovunque, siamo l’immagine del futuro.


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Pistoia – Aggressione fascista, ricostruzione della serata

Pistoia, sabato 13 dicembre 2008 – Un compagno,
al quale esprimiamo massima solidarietà, che si è subito slanciato a
fronteggiare i naziskin, è stato colpito con una catena alla testa
(quattro punti all’arcata sopraciliare e due dietro la nuca); subito
sono sopraggiunti altri compagni, che dopo un breve parapiglia hanno
messo in fuga i neofascisti. Alcuni solidali si sono lanciati
all’inseguimento e giunti alla "barriera" (noto incrocio pistoiese)
hanno trovato ad attenderli carabinieri, polizia e un’auto della digos
(si trovavano casualmente a passare di li? mah).
In tutto sono stati fermati 4 naziskin (due sono riusciti a fuggire), 5
compagni ed un passante(!) che, conoscendo uno dei nostri si era
fermato per capire cosa stesse succedendo…la serata è terminata alle
3 di notte davanti alla caserma dei carabinieri, dove un centinaio di
solidali aveva chiesto fino a quel momento il rilascio dei compagni.
Domenica pomeriggio alla palazzina si è tenuta un’assemblea molto
partecipata (un’ottantina di persone) nella quale sono state decise le
prossime iniziative da mettere in atto per denunciare l’inasprimento
della violenza fascista in città. Al termine dell’assemblea una
cinquantina di convenuti hanno organizzato un corteo che ha
attraversato la città fino a terminare in piazza del globo dove sono
stati attaccati due striscioni (“aggressione fascista allo spazio
liberato ex Breda Est” e “Pistoia ripudia il fascismo”) e distribuito
numerosi volantini recanti il comunicato scritto durante l’assemblea.

Alcune precisazioni:

secondo quanto scritto stamane dai giornali sarebbe stato trovato un
coltello a terra vicino al luogo della colluttazione, in realtà l’arma
è stata trovata addosso ad un nazi.

L’aggressione non è stata consumata ai danni di un militante dello
spazio liberato ex Breda est, ma ai danni di un componente della rete
antifascista, che allo spazio aveva organizzato la serata ma che non fa
parte dell’assemblea di gestione del posto.

Questi i fatti, ora “alcune curiosità”…

1- Le forze del disordine:
a) "Casualmente", come già detto, un discreto gruppetto di tutori
dell’ordine si trovava alla barriera, l’incrocio verso il quale sono
scappati i nazi; dopo il fermo i neofascisti hanno continuato ad
inneggiare al duce ed a fare saluti romani, cosa proibita dalla “legge”
che i signori in divisa dovrebbero far rispettare (ennesima
dimostrazione che ciò che pensiamo di leggi e mastini in divisa è
vero). I compagni sono stati caricati in auto in maniera rude, il
tentativo di un solidale di far fermare il mezzo che stava portando via
alcuni dei sei fermati e terminato con lo stesso trascinato per alcuni
metri dall’auto della polizia (i pantaloni si erano impigliati al
paraurti).

b) Davanti alla palazzina, durante la ricerca, da parte delle forze
del disordine, delle “armi dei nazi, un poliziotto è stato visto
passare furtivamente un tirapugni ad un carabiniere (basso, moro, con
il pizzetto) che lo ha prontamente infilato nel taschino,
all’affermazione di un compagno “un tirapugni!” il poliziotto ha
risposto Quale tirapugni? C’è un tirapugni?

2- La ricostruzione dei fascisti: I camerati hanno detto di essere
stati aggrediti fuori dallo spazio liberato da una cinquantina di
“compagni”, tesi ripresa anche dal comunicato di casapound (che esprime
solidarietà agli “aggrediti”)

Alcune domande:
1- Cosa ci facevano otto neofascisti intorno alla palazzina?
2- Perché erano armati (rammentiamo che un coltello è stato trovato
addosso ad un camerata)? Risposta valida per entrambe le domande, erano
li per aggredire.

Lorenzo Berti, responsabile di casapound (tipo tranquillo condannato
a vari mesi per gli scontri durante Pistoiese – Rimini assieme ad un
altro militante di CP) afferma che i neofascisti sarebbero stati
aggrediti da 50 compagni; ora, come mai se 6 persone sono state
aggredite da 50 violenti l’unico che ci ha rimesso è stato un compagno
colpito da una catena mentre tra i fascisti non risultano feriti
(nemmeno lievi)?

Casapound rifiuta ogni addebito, pur ammettendo che uno dei
denunciati “frequenta saltuariamente” il circolo di via San Marco. Ci
dovrebbe spiegare allora come mai tra gli aggressori, oltre
all’arrestato, ci fosse per lo meno un altro militante del circolo
agogè (frequentante la curva della squadra di Basket di Pistoia).

Casapound lamenta danneggiamenti alla loro sede e lettere minatorie
al padrone del fondo in cui si trova il circolo. Bene, le scritte ci
sono state, e le lettere cui si riferisce il Berti non sono altro che
le cartoline preparate dal comitato antifascista sorto nel quartiere
dove ha sede agogè: sono tutte firmate nome e cognome, e chiedono lo
sfratto dei fascisti, nulla più, tutto facilmente documentabile.

Le responsabilità non sono solo di casapound, osservando le foto dei
neofascisti abbiamo notato, oltre alle spillette e le toppe d’ordinanza
(celtiche, svastiche, me ne frego! Ecc…) anche una spilletta di “lotta
studentesca”, formazione giovanile di forza nuova (sede in piazza San
Bartolomeo, 6): questo si leggeva qualche settimana fa sul forum
ufficiale di FN riguardo alle tensioni di Firenze tra neofascisti e
militanti del centro sociale CPA: un camerata lombardo “INCOMINCIAMO A
SPRANGARE STE ZECCHE DI MERDA MICA POSSONO FARLO SOLO LORO, SE IL
FASCISMO E’ ANTICOSTITUZIONALE CHE INCOMINCIASSERO A GUARDARE COSA E’
IL COMUNISMO”; la replica di Rudy Zamperoni di FN Pistoia: “SE
DEV’ESSERE GUERRA GUERRA SIA”
http://www.forzanuovaforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=3442&SearchTerms=rudy

L’aggressione era evidentemente premeditata, infatti non crediamo
che nessuno passeggi armato e che lo faccia casualmente davanti ad un
luogo dove si sta tenendo un’iniziativa antifascista, oltretutto,
vicino alla palazzina passeggiava amabilmente in compagnia di moglie e
figlio un nuovo personaggio pistoiese, che in realtà abita ad Agliana
(vicino a Pistoia e dove due settimane fa il nostro amico in camicia
nera aveva preso a schiaffi due sedicenni) e proviene da Predappio
(appartenente per sua stessa ammissione a Blood and honour, gruppo
internazionale “oltre l’estrema destra”.
http://www.bloodandhonour.com/index.html)…casualmente era li,
casualmente durante l’aggressione, alla quale casualmente ha preso
parte uno dei camerati che aveva partecipato assieme a lui ai fatti di
Agliana, e casualmente era attaccato al telefono (dava disposizioni?).
Quante casualità.

L’atteggiamento dei fasci: Dopo l’aggressione e la breve
colluttazione davanti alla palazzina, l’atteggiamento ed i
comportamenti dei camerati lasciano trapelare la volontà di attirare
verso il globo –dove si trovavano le forze dell’ordine- gli
antifascisti, infatti subito dopo il colpo di catena al compagno, hanno
voltato l’angolo dello stabile, in direzione globo appunto, ma si sono
fermati come per aspettare che qualcuno li inseguisse, lanciando anche
improperi verso chi li osservava dalle finestre della palazzina a mo di
provocazione.

Claudio Cardillo –responsabile di FN Pistoia- dice che i “cani
sciolti” che hanno portato a termine l’aggressione non sono
riconducibili a FN
(http://www.forzanuovaforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=3947&SearchTerms=pistoia),
ma come abbiamo dimostrato sopra (la spilla di lotta studentesca)
almeno uno è simpatizzante della formazione di Stefano fiore.

Questi i fatti, ognuno giudichi da sé.

Anche se non ci fossero collegamenti diretti fra le due sedi
neofasciste presenti in città (ma su questo ci sono forti dubbi) ed i
fatti di sabato sera, è palese e verificabile di quanto l’apertura dei
due covi abbia incentivato il fiorire, in città, di certe pratiche che
fanno della violenza il primo metodo di azione politica. Non è stata
una rissa, è stata un’aggressione premeditata e portata avanti da
coloro che appartengono all’area politica (ed alle formazioni ad essa
riferite, in primis casapound e forza nuova) che ha portato
all’uccisione di Davide Cesare “DAX” a Milano nel 2005, di Nicola
Tommasoli a Verona pochi mesi fa, che ha perpetrato l’aggressione agli
studenti in Piazza Navona a colpi di cinghia e spranga. Non abbiamo da
aggiungere altro, non abbiamo più voglia di parlare.

ANARCHICI/E

 

 Sabato notte c’è stata una premeditata aggressione
neofascista presso lo Spazio Liberato Ex Breda Est di Pistoia, dove era
in corso una serata antifascista con l’esposizione di mostre, un
dibattito ed un concerto a seguire.
Un gruppo di neofascisti si
è presentato di fronte allo Spazio Liberato, riuscendo tramite
alcune provocazioni e far uscire alcune persone. Nascosti dietro un
angolo gli altri davano il via all’aggressione, utilizzando anche
armi come catene ecc…
Un ragazzo ha riportato ferite al volto ed
è dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Gli aggressori sono
stati riconosciuti e fotografati, 4 di loro portati in Questura. Da
più di un anno ormai il quotidiano tran tran un po’
sornione di Pistoia e periodicamente scosso da fatti del genere. Molti
fatti sono di entità più lieve e non raggiungono le
cronache dei giornali. Gli eventi di sabato sono sicuramente i
più gravi finora accaduti, anche perché dimostrano la
chiara volontà di colpire la presenza antifascista sul
territorio in tutte le sue forme. Si sta di fatto creando un clima di
paura, con aggressioni settimanali nei pub, nei luoghi di ritrovo
giovanile ecc… che tende verso una negazione degli spazi, a partire
da quelli di socialità per arrivare fino a quelli politici e
culturali, ricreando, anche se su una misura di scala diversa, la
stessa inquietudine dei primi anni ’20.
Gli atti di violenza
sono senza dubbio legati all’apertura, avvenuta nel corso del
2008, di due sedi di organizzazioni neofasciste, Casa Pound e Forza
Nuova, nel popolare quartiere di S. Marco nel centro cittadino.
Mercoledì
17 alle 21 presso lo Spazio Liberato invece è previsto lo
svolgimento di un assemblea cittadina a cui invitiamo tutti a
partecipare per discutere in merito ad una manifestazione contro la
violenza da svolgersi sabato 20.
Osservatorio sulle Nuove Destre Pistoia

 

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Incendio in casa popolare nelle banlieus. Muoiono 3 bambini a Lione

Momenti di tensione, centinaia di persone in strada hanno contestato il sindaco socialista

Incendio in casa popolare morti tre bambini a Lione

Il palazzo alla periferia di Lione dov’è avvenuto l’incendio

LIONE
– Tre bambini dai 5 agli 8 anni, due bimbe e il loro fratellino, sono
morti per un incendio nel loro appartamento di Saint Priest, alla
periferia di Lione. Il padre e la nonna dei bimbi sono rimasti feriti
in modo grave e sono stati ricoverati in ospedale insieme alla madre.
Altri due figli della coppia, di 4 e 2 anni, sono invece rimasti
illesi. Ancora sconosciute le cause dell’incendio, che si è
sviluppato alle prime luci dell’alba nell’appartamento al quarto piano
di una palazzina di edilizia popolare costruita negli anni ’60.

La tragedia ha fatto molta impressione: centinaia di persone si sono
riversate in strada sconvolte e sono scoppiate forti contestazioni
poiché la coppia, con cinque figli, aveva chiesto a un ente
comunale un appartamento popolare più grande che però era
stato loro negato. Un ragazzo ha violentemente attaccato il sindaco
socialista, Martine David, accorsa sul posto. "Siete stati voi a
rifiutargli un appartamento più grande. Una famiglia con cinque
bambini in tre stanze! è colpa vostra!". La signora sindaco,
scortata da un assistente, se ne è andata in lacrime.

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Teramo – Candidati oscurati dagli anarchici

Teramo. Il marchio degli anarchici segna le ultime ore della campagna elettorale.
"Non votare" è l’invito rivolto ai cittadini e stampato su
locandine a sfondo nero con cui sono stati coperti i volti dei
candidati alla regione sui manifesti. I fogli, grandi come avvisi
funebri, contengono un messaggio che esorta i cittadini a non fidarsi
degli schieramenti in campo. (…). Le locandine sono state attaccate
sui manifesti dei candidati sia di centrodestra che di centrosinistra,
sottolineando di non escludere nessuno degli aspiranti consiglieri e
presidenti."

L’articolo poi riporta la dicitura dei manifesti inframezzata dai
commenti del giornalista. i commenti ve li risparmiamo. Nel testo si
legge:"E’ ormai chiaro agli occhi di tutti il furto che i politici
fanno delle nostre vite. Togliamogli la possibilità di decidere
di noi, dei nostri spazi e delle nostre attività. Facciamo in
modo che si capisca che se devono andare tutti, senza compromessi e
false illusioni. Non legittimiamo i loro furti e le loro distruzioni
con il voto, riprendiamoci la voglia e la possibilità di
decidere.

E’ ora di dire basta. Contro la delega, contro gli speculatori di ogni colore, per l’autogestione delle nostre vite."

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Dentro e oltre lo sciopero generale. La diretta dalle piazze

Uno sciopero generale e generalizzato riuscito, nonostante il maltempo
che ha colpito diverse città, che ha fatto scendere in piazza
diverse centinaia di migliaia di persone, dai lavoratori agli studenti.
Il paese si è bloccato, paralizzato dai cortei diffusi
così come dalla vivacità che i soggetti sociali che hanno
attraversato questo sciopero hanno espresso. E nonostante la
parsimonia, rintranciabile in più aspetti, del sindacato che ha
indetto la giornata di quest’oggi, la Cgil, coloro che hanno animato lo
sciopero generale sono stati capaci di andare oltre. I numeri
testimoniano la riuscita del 12 dicembre, superando addirittura le
aspettative, a suggello della necessità che si era data nelle
settimane retrostanti, con una richiesta esplicita di sciopero generale
arrivato dalla base sindacale e ancor prima dall’Onda Anomala. La
risposta popolare alla giornata è stata forte, e seppur il
livello raggiunto in termini di eccedenza dagli steccati sindacali, con
le debite proporzioni, non sia stato quello dello sciopero generale del
17 ottobre, è indubbiamente da registrare l’esattezza della
risposta data alla domanda di sciopero generale.

E la spinta in più è arrivata quest’oggi ancora dal
movimento di studenti e studentesse, che dopo due mesi di agitazioni e
occupazioni è oggi tornato in piazza con la determinazione e la
ricchezza che lo contraddistingue. Nel merito di aver costretto il
più grande sindacato confederale del paese a indire lo sciopero
generale, portando questa sua istanza politica nei cortei e nelle
assemblee. L’Onda ha spinto ed ottenuto lo sciopero, oggi l’ha
attraversato: effenduando blocchi,  sanzionando questure e banche,
assediando luoghi simbolici, occupando consolati greci. Il collegamento
con la Grecia in rivolta è stato forte e sentito, non solo nel
ricordo doveroso di Alexis, il 15enne ammazzato a freddo dalla polizia,
ma nella vicinanza con i giovani ellenici, impegnati anche loro
nell’opposizione ad un simil disegno di riforma dell’istruzione ma
soprattutto concentrati in pratiche di resistenza alla crisi, con le
quali hanno raggiunto un grado di scontro e insubordinazione tali da
aver realmente e concretamente dato un risposta forte e decisa alla
crisi globale che attraversa la Grecia, attraverso la riappropriazione
e la conflittualità.

Il nodo della crisi è stato centrale, accompagnato dalla critica
e dall’opposizione alle politiche del governo Berlusconi, che debbono
comunque essere contestualizzate nel contesto dell’oggi, quindi con una
correlazione diretta e esplicita con il piano della crisi globale. I
soggetti che hanno partecipato allo sciopero generale e generalizzato
hanno quindi ri-sottolineato la determinazione nel non voler pagare una
crisi che vuol esser scaricata sui soliti attori sociali, studenti
lavoratori migranti. Ciò avviene nel panorama tradizionale di
attacco allo stato sociale e di svuotamento e intaccamento dei diritti,
ma il dato emerso, certo non da oggi, per mano della forza dell’Onda,
è l’atteggiamento di non accondiscenza di chi la crisi dovrebbe
pagarla, dei soggetti che i governi vogliono utilizzare come
ammortizzatori dello scossone che travolgendo loro e il sistema a loro
contiguo. Il passo in più è dato dalla
trasversalità assunta dallo slogan "noi la crisi non la
paghiamo!" ma anche da quel che segue: "noi la crisi ve la creiamo!".
In questa prospettiva diventa assolutamente necessario guardare oltre
lo sciopero generale di quest’oggi, progettatto una rete di resistenze
diffuse che sappiamo fronteggiare la crisi, alimentandola con un segno
naturalmente diverso, che costruisca la via di trasformazione
dell’esistente.

Puntuale immaginario che è stata proposto questa mattina
all’interno dello sciopero generale di Torino da parte dei soggetti
(studenti, migranti, lavoratori, precari) che hanno attraversato lo
spezzone sociale: copertoni in fiamme prima di fronte alla sede di
Forza Italia, poi di rimpetto alla cancellata dell’Unione Industriale.
E’ stata messa in piedi la tradizionale pratica delle insubordinazioni
sociali, che tanto ricorda, per non far troppa dietrologia e per
rimanere nel contesto di crack del sistema capitalista, gli scioperi e
la rivolta dell’Argentina del 2001. "Berlusconi senti che aria di crisi!"


La diretta dalle principali piazze del paese
la cronaca in diretta dei cortei locali anche su InfoAut Torino , Palermo e Bologna

14:30 Occupato il consolato greco di Ancona
Gli studenti dell’Onda hanno occupato il consolato in greco della
città, in solidarietà con i giovani greci e a ricordo
delle studente Alexis ucciso dalla polizia.

14:20 Dopo il ministero, il corteo di Roma va concludendosi
Ascolta
la diretta con Vanessa della Rete per l’Autoformazione che, facendo il
punto sulla giornata romana, ci racconta la coda dello sciopero
generale a Roma


14:00 Il racconto del corteo di Napoli

Ascolta la diretta con Giovanni dell’Assemblea Stop Gelmini, che
riepiloga la giornata napoletana e sottolinea il protagonismo espresso
dall’Onda

13:47 Roma, l’Onda sotto il ministero dell’istruzione
Gli studenti e le studentesse sono arrivati fin sotto il ministero
dell’istruzione, in opposizione alla "controriforma Gelmini". Dopo
oltre due mesi di contestazione l’Onda non si ferma.

13:38 Napoli, uova riempite di vernice contro polizia
Giovani dell’Onda napoletana, giunti dinnanzi alla questura di Napoli,
hanno bersagliato la facciata dell’edificio e i cordoni di forze
dell’ordine con un lancio di uova di vernice rossa.

13:35 Roma, blocco sul lungotevere
Il corteo dell’Onda ha bloccato per circa 15 minuti il lungotevere degli Anguillara.

13:32 Manifestazioni anche in Friulia venezia Giulia
Cortei vi sono stati anche a Udine, Pordenone e Monfalcone. 11mila le presenze stimate.

13:30 Torino, altri copertoni bruciati e blocco in corso Vittorio
Ascolta la diretta con Gianluca fatta nelle battute conclusive dello sciopero generale

13:15 Bologna, l’Onda si prende la parola in piazza Maggiore e poi raggiunge il consolato greco
Ascolta la diretta con Michele dell’Assemblea No Gelmini che ci aggiorna sul corteo bolognese

13:00 Prime riflessioni sullo sciopero generale: il corteo di Torino
Ascolta l’intervista con Raffaele Sciortino, InfoAut

12:52 Milano, fiori in piazza Fontana e fumogeni all’Assolombarda
Gli studenti dell’Onda e i sindacati di base hanno deposto
delle corone di fiori in piazza Fontana, a ricordo dell’anniversario
della strage del 1969. Subito dopo si sono spostati di fronte
all’Assolombarda, accendendo fumogeni e petardi.

12:45 Striscione sul Colosseo
Gli studenti dell’Onda romana, nel passaggio del corteo, hanno appeso
uno striscione contro la legge 133 sul Colosseo. L’azione è
stata salutata da applausi e slogan dai manifestanti.

12:40 Torino, deviazione degli studenti medi: copertoni bruciati di fronte alla sede di Forza Italia
Ascolta la diretta con Gianluca dall’Unione Industriale, termine del corteo torinese di sciopero generale

12:25 Roma, l’Onda verso il ministero dell’istruzione

Ascolta
la diretta con Alioscia della Rete per l’Autoformazione, che ci
racconta il corteo e la conflittualità portata dall’Onda romana

12:22 Torino, spettacolo di fronte alla banca murata
I ministri Giulio Tremonti e Maria Stella Gelmini, il Papa, una fata e
un vampiro che si rivela alla fine essere un lavoratore precario che si
arrangia come può. Questi gli ingredienti di una scenetta
satirica allestita in via Po di fronte alla banca simbolicamente murata
in precedenza.

12:18 I cortei di Metre e Genova
Manifestazioni si stanno dando un pò dappertutto per il
paese, anche a Mestre e Genova, dove vengono calcolate le presenze di,
rispettivamente, 30mila e 10mila partecipanti.

12:15 La Campania in sciopero
Mentre il corteo di Napoli si accinge a raggiungere piazza del
Gesù, con un corteo che sembra esser riuscito a far convergere
40mila persone al suo interno, arrivano anche le altre stime dei cortei
fatti nella regione: 20mila a Salerno, 10mila a Caserta, 8mila ad
Avellino e Benevento.

12:00 Rioccupato l’Horus di Roma
L’intervista fatta da Radio Onda d’Urto con Irene dei Blocchi precari metropolitani (ascolta).

11:58 Tre cortei a Bergamo
La città questa mattina è stata paralizzata dai tre
cortei dello sciopero generale, dalle prime stime sembra che siano
4mila le persone in piazza.

11:50 Occupato il consolato greco a Palermo
Ascolta la diretta fatta al termine dell’occupazione del consolato greco con Giorgio dell’Assemblea No Gelmini di Palermo

11:30 Roma, unitosi i cortei di Onda e Cobas
Sotto una pioggia torrenziale si sono uniti i cortei degli
studenti universitari, degli studenti medi e dei Cobas alla stazione
Termini della capitale. Ora il corteo proseguirà per via Cavour.

11:26 Torino, sanzionata/chiusa la banca Unicredit!
Ascolta la diretta da via Po con Gianluca che ci racconta l’azione

11:20 Firenze attraversata da quattro cortei
Anche a Firenze è giornata di sciopero generale: quattro sono i cortei partiti per le vie della città.

11:19 Diretta con l’Onda di Bologna
Ascolta
la diretta con Michele dell’Assemblea No Gelmini di Bologna, che ci
presenta la giornata di quest’oggi nel capoluogo emiliano

11:10 Con Alexis nel cuore
"Da Milano ad Atene, con Alexis nel cuore. Io non ho paura",
questo lo striscione che l’Onda milanese ha portato in piazza per
ricordare il 15enne ucciso ad Atene da un poliziotto, per rivendicare
la vicinanza con la rivolta dei giovani greci.

11:05 In migliaia ad Ancona, Perugia, Terni e Bari
Le agenzie riferiscono dei buoni risultati numerici che stanno
raccogliendo i cortei di Perugia (5mila), Ancona (10mila), Terni
(2mila) e Bari (30mila).

10:50 Partiti i cortei romani
Da piazzale Aldo Moro è partito uno dei cortei previsti
nella capitale, qui sono gli studenti dell’Onda i protagonisti: al
grido di "blocchiamo" e con in testa lo striscione "Contro tagli
precarietà e privatizzazione l’onda generalizza lo sciopero". La
manifestazione raggiungerà piazza della Repubblica, piazza dei
Cobas. Partito anche il corteo della Cgil da piazza Santa Croce.

10:40 Corteo di Bologna partito
Nonostante la pioggia, il corteo dello sciopero generale
bolognese è partito da piazza XX settembre, sta ora percorrendo
via Indipendenza. Molti i manifestanti arrivati da Piacenza, Reggio
Emilia e dal altre città della regione. Cinque i cortei previsti
a Bologna, gli studenti dell’Onda stanno per partire da piazza Verdi.

10:30 I cortei di Milano pronti a partire
Al via anche a Milano lo sciopero generale: a porta Venezia il
concentramento della Cgil, mentre gli studenti dell’Onda e i sindacati
di base hanno in largo Cairoli il loro concentramento.

10:20 Partito il corteo di Torino
Ascolta
la presentazione della giornata e le prime considerazioni sul corteo
appena partito da piazza Vittorio di Gianluca, InfoAut

_______________

10:00 Sciopero generale e generalizzato al via

12 dicembre, sciopero generale e generalizzato. Oltre 100 cortei quest’oggi attraverseranno le vie di altrettante
città, contro il governo Berlusconi e contro la crisi. Uno
sciopero indetto dalla Cgil, nonostante tutti i limiti e le titubanze,
su pressione della base sindacale e soprattutto su spinta dell’Onda
Anomala, il movimento studentesco contro la riforma Gelmini che ha
animato e agitato tutto l’autunno. Alla giornata hanno aderito anche i
sindacati di base, già promotori dello sciopero generale del 17
ottobre scorso.

"Noi la crisi non la paghiamo!" sarà ancora una volta lo slogan
centrale, presupposto attorno al quale le realtà sociali
continueranno a costruire le lotte, cercando di attraversare e
potenziare le dimensioni conflittuali che la crisi globale sicuramente
offrirà.

Lo sciopero generale e generalizzato del 12 dicembre, pur nella sua
assoluta importanza, dev’essere quindi visto e considerato non come un
momento conclusivo di un autunno più caldo di altri, ma come
punto dal quale continuare ed espandere le mobilitazioni già
date, spingendo in avanti: dentro e oltre il 12 dicembre.

…InfoAut seguirà in diretta tutta la giornata di sciopero generale e generalizzato…
aggiornamenti e collegamenti con i cortei dalle città


Scioperi generali ed oltre, guardando a sud-est

Il 12 dicembre le piazze del paese saranno invase da centinaia di
migliaia di persone in una giornata di lotta contro il governo
Berlusconi e le sue politiche anti-popolari. Il 10 dicembre la Grecia
tutta è stata paralizzata da uno sciopero generale indetto da
tempo cui si aggiunge la rabbia giovanile conto l’ennesimo morto di
polizia e la percezione concreta di essere una generazione senza
futuro.
I paragoni sono certamente forzati (perché la
soggettività giovanile che sta generando la più alta
insorgenza sociale degli ultimi anni avrebbe molto da insegnare e da
dire alle nostre forme ancora troppo timide) ma oltre le differenze di grado dobbiamo riconoscere l’identica natura
di processi di mobilitazione che mettono al centro dell’agenda politica
la questione urgentissima della resistenza alla crisi, cercando di
definire, nell’emozione della lotta presente, futuri programmi di
riappropriazione possibile.

L’esplosione greca subentra ad un lungo ciclo di lotte
sociali che dura da anni ma che sta letteralmente saltando in aria in
questi mesi in cui la crisi inizia a mordere sul quotidiano. Le banche
greche, che hanno investito senza grandi ritorni ingenti capitali nelle
"paludi" balcaniche, hanno da un giorno all’altro stretto i cordoni
della borsa. Un Paese che si credeva ricco e viveva al di sopra dei
propri mezzi ha improvvisamente dovuto fare i conti con la
realtà.
La morte di Alexis è stata solo la miccia che ha acceso la
polveriera. Le rivolte sono cominciate durante uno sciopero indetto
dalle infermiere per protestare contro i tagli del governo mentre gli
studenti di medicina hanno preso in ostaggio il Ministro della
Sanità per un’ora per costringerlo ad ascoltarli. Le 
università sono occupate da giorni e persino i pensionati sono
scesi a protestare. La Grecia sta semplicemente dicendo al suo governo
che non intende pagare la crisi.

In Italia lo sciopero è stata la risposta dei sindacati di base alla domanda politica dell’Onda. Un’indizione importante
per prolungare un autunno di lotte centrato sul sistema formazione ma
subito propagatosi lungo le linee di un’opposizione che è
largamente sociale e popolare. Il disastro è palese: dopo anni
di retorica neo-liberista, i poteri sistemici
(politica,economia,comunicazione) ci dicono – da un giorno all’altro
–  che  è tempo di tornare all’interventismo statale..
per salvare le banche !?!
Gli universitari hanno dato un’indicazione preziosa già
tramutatasi in parola d’ordine acquisita: "noi la crisi non la
paghiamo!", un fronte minimo da cui non si può arretrare.
L’inverno sta però arrivando. E iI problema (per tutt*) è
quello di come continuare la mobilitazione, come articolare in
programma attuabile la resistenza alla crisi. Per questo è
necessario guardare al 12 dicembre oltre il 12 dicembre, per immaginare
già da oggi le reti sociali da inventare per reggere (e, se
possibile, invertire) il livello di aggressione del comando capitalista
nell’epoca della crisi.

Quanto sta avvenendo in Grecia è sintomo e avvertimento di un futuro molto prossimo anche per noi.
La morte di Alexis ci riposta indietro all’assassinio di Carlo
Giuliani: non diversa l’alterità tra l’assassino e la sua
vittima, uguale l’infamia di forze dell’ordine che si concepiscono
impunibili e tutelate. Ma ancora  non è di piagnistei che
abbiamo bisogno perché la gioia e la rabbia dell’insorgenza
greca ci ricorda che ribellarsi non è solo giusto ma possibile!
Ancora una volta i commenti della galassia frantumata e moribonda della
sinistra italica parlano a sproposito. I commenti sulla situazione
ellenica peccano di una sufficienza che questo ceto politico non si
può permettere. Nella "condanna delle violenze" parla sempre il
ventriloquo spaventato dall’incedere dei conflitti reali. I sinistri di
casa nostra hanno paura che l’Italia possa diventare Grecia…
Una prospettiva debole e triste!
Meglio ripartire dagli slogan dell’Onda: "Abbiamo cominciato per no fermarci!" – "Noi la crisi ve la creiamo!" – "Io non ho paura!"

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IL MOVIMENTO GRECO ANCORA IN PIAZZA..AGGIORNAMENTI ORE 18

Aggiornamento ore 18

L’assemblea presso il Politecnico occupato si è da poco
conclusa. Si è parlato degli obiettivi da colpire, dei simboli
della crisi e dell’autorità greca, ma anche dei dispositivi di
controllo e di segregazione come i Cpt. Si è deciso per un
doppio esproprio proletario; il primo per reperire la strumentazione
per l’appuntamento di questa sera in Exarchia, il secondo per il
reperimento di cibo che è stato distribuito all’intero quartiere.

Sempre questo pomeriggio, in piazza Syntagma, 200 manifestanti vestiti
di bianco hanno ricordato Alexis ribadendo, a pochi metri dal
parlamento completamente blindato da uomini e mezzi in assetto
antisommossa, che la Grecia "non ha un primo ministro e un governo".

L’appuntamento è fissato per questa sera alle 21 nella piazza
dove è stato ucciso Alexis. Che ne dicano stampa e politica, la
rivolta in Grecia non si placa.

InfoAut seguirà la mobilitazione prevista in serata con aggiornamenti e collegamenti da Atene


Ad una settimana esatta dall’assassinio di Alexis per mano di un
poliziotto greco, da Atene a Salonicco – ma anche in tanti altri centri
minori – la mobilitazione non scema. Anzi, sembra ribadire la
responsabilità politica del momento storico che il paese sta
vivendo. Ancora lotta per le vie di Atene, scontri, auto bruciate.
Nella notte appena passata si sono verificate otto esplosioni che hanno
colpito la sede del partito conservatore, cinque banche, alcuni
supermercati e negozi.

Una resistenza che continua e sulla quale il KKE, il partito comunista
greco, dopo tentennamenti e posizioni non ufficiali, ha preso una
posizione chiara di condanna, parlando di "infiltrati
destabilizzatori", di "violenti ad ogni costo", di irresponsabili.
Parole che chiariscono, una volta per tutte, il ruolo del partito
ascritto ad un arco parlamentare a cui interessa una continuità
di potere e non un cambio radicale della società greca. Proprio
su questo documento si è consumata la rottura definitiva del
movimento con il KKE.

Il movimento si sta riunendo in assemblea presso il Politecnico
occupato: presenti studenti universitari, medi e lavoratori. Questa
sera si svolgerà un’iniziativa presso il quartiere-resistente di
Exarchia.

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Palermo:sgomberato per la seconda volta l’ExKarcere!

Giorno 11/12 alle prime luci dell’alba, in via forlanini ancora poliziotti in assetto antisommossa…


Ieri Giovedì 11 dicembre alle 8 del mattino è stato
effettuato per la seconda volta in poco più di un mese lo
sgombero del nuovo centro sociale ExKarcere, di via forlanini.
L’ennesima operazione di polizia volta a reprimere con la forza i
percorsi di lotta che da otto anni ExKarcere porta avanti nella
metropoli Palermo dal quartiere dell’Albergheria e che negli ultimi 2
mesi hanno avuto come base operativa questo nuovo spazio occupato per
la prima volta l’11 ottobre al termine di un corteo nazionale.
Forti e determinati in quella data avevamo voluto riprenderci solo una
piccola parte di ciò che ci spettava, avevamo voluto
riappropiarci di uno spazio che ci era stato sottratto da chi tramite
l’abbandono degli immobili specula e si arricchisce in barba a chi di
casa e spazi di socialità ne ha reale necessità.
Il 22 ottobre all’alba ci svegliavamo alla luce della nuova politica
repressiva della questura di Palermo, regista il neo insediato ed ex
questore di Padova, Alessandro Marangoni.
Erano in 150, le merde.
6 camionette e 4 volanti. Polizia e carabinieri. In assetto
antisommossa. Avevano assediato il quartiere, circondato l’isolato,
divelto l’ingresso sul retro.
Saliti su per le scale e telecamere alla mano ci identificavano e sgomberavano l’immobile.
Il 15 Novembre per noi nulla era cambiato. Con la stessa voglia,
ricominciavamo/continuavamo riprendendoci ciò che che ci era
stato tolto e che ci spettava. Un altra occupazione, altre stanze da
sistemare, altre iniziative da organizzare, la solidarietà
dell’Albergheria, le assemblee del comitato di quartiere, manifesti,
striscioni…l’1 dicembre piovono denunce, e convocazioni in questura.
Un intimidazione dietro l’altra, pensano di riuscire a schiacciarci,
mattone dopo mattone, sperano che i compagni non reggano il peso delle
trafile giudiziarie, degli avvocati, dei poliziotti sotto casa.
E invece all’Albergheria, fino alle 8 di ieri mattina, tutto procedeva nella sua ordinaria e regolare conflittualità.
Fino alle 8 di ieri mattina ExKarcere, nel cuore dell’Albergheria, ha
battuto e scandito il tempo di questa conflittualità dai locali
di via forlanini.
E’ il tempo delle lotte che oggi, momentaneamente fuori dallo spazio
occupato, continua a battere nelle nostre università, per le
strade del nostro quartiere, nella determinazione dei compagni…
Questa per noi è l’ennesima provocazione. Hanno fatto la loro prevedibile mossa.
Noi faremo la nostra.

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Non cercate la Grecia su Liberazione

 

 ateneriot.jpg

 

 

Confessiamo un certo stupore. Non per aver visto il tg3 che parla,
mentre racconta le sommosse in Grecia, di "gruppi anarchici che fanno
il gioco del centrodestra". Del resto il mondo dei media in mano al PD
ha una visione ristrettissima della realtà: chiunque non faccia
le primarie e non tifi per le primarie altrui è oggettivamente
un fascista. Lo stupore è invece per non aver trovato,
nell’edizione di Liberazione di domenica, neanche una riga dedicata
alla Grecia. E questo quando già la rivolta era esplosa nella
sua gravità da almeno un giorno e mezzo. Ma si sa l’isola di
Corfù, la rivolta è arrivata persino lì, non
è l’isola dei Famosi: probabilmente l’inarrivabile Sansonetti
deve aver pensato questo. Inoltre si tratta della realtà non del
reality: non si vede quindi come la domenica, giorno dedicato alla
riflessione sulla carta stampata, ci si debba dedicare a questo
dettaglio fenomenologico.
Il punto è proprio questo dettaglio fastidioso della
realtà che proprio si ostina ad emergere tramite i movimenti. La
polizia ammazza un ragazzo di 15 anni e i giovani greci, invece di una
petizione all’Onu o ai fraticelli di Assisi, cosa fanno? Una rivolta. E
questi partiti di sinistra greci invece di processare i "violenti" e di
condannarli davanti all’opinione pubblica cosa ti fanno? Organizzano
scioperi di solidarietà con i giovani e contro il governo. E
cosa dire dei professori universitari greci? Invece di condannare ogni
sospiro, anch’esso potenzialmente violento, di politicizzazione dei
loro studenti cosa combinano? 3 giorni di sciopero di
solidarietà.
Veramente un mondo alla rovescia, deve aver pensato Sansonetti. Peccato
sia la realtà. Meglio farla sparire e mettere in prima pagina
l’imprescindibile servizio sulle dimissioni di Nanni Moretti da
direttore del festival del cinema di Torino. Quanto alla Grecia,
qualcosa si inventerà. Magari se Bertinotti riesce a inventarsi
qualche sermone pacifista.

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