LA LEZIONE GRECA

interessante da www.senzasoste.it 

 

Con questo editoriale, lo confesso, voglio togliermi alcuni
“sassolini” dalle scarpe, che tengo da alcuni anni,
perchè credo che l’Italia sia il regno dell’ipocrisia e delle
cose non dette.
Cercherò, inoltre, di astrarmi, molto difficile per me, 
cercando di vedere con occhi non soltano militanti, ma anche da
“democratico” che cerca di porsi domande.
Certo farò dei paralelismi tra due paesi, Grecia e Italia,
sorvolando sulle analisi socio economiche,  che lascio ad altri ma
che ritengo, nei fatti di questi giorni, ininfluenti perchè
riguardano comportamenti e opportunità e non interventi politici.
Il primo parallelo con occhi di “democratico” me lo ha
suggerito un tale, questa mattina al Bar. Davanti agli articoli dei
giornali sui fatti di Atene si rivolge ad un amico dicendo “
certo, hanno ammazzato un ragazzino, il governo ha preso e arrestato
immediatamente due poliziotti, il ministro ha chiesto pubblicamente
scusa e ha rassegnato le dimissioni ( poi respinte – n.d.r. ), in
Italia, invece, hanno assolto i poliziotti della Diaz e hanno detto che
Carlo Giuliani è stato ammazzato per colpa di un
calcinaccio” ascolto interessato la discussione quando
l’interlocutore risponde, “anche il Partito Socialista ha
attaccato la polizia, ha chiesto le dimissioni del governo, in Italia,
per il G8 invece la preoccupazione fu trovare il capro espiatorio e
furono i Black Block:I facinorosi che attaccano la polizia. Invece di
condannare chi sparò in testa ad una ragazzo”.
E chiaro che il governo greco è un’istituzione formata da un
partito lontano da una gestione democratica del potere e della polizia,
ma è anche vero che uno stato, membro della UE,  ha preso
una posizione certa e immedita sui fatti , mentre tutti ricordiamo i
giri di parole del governo italiano e, soprattutto, dell’opposizione
sui fatti di Genova 2001. In Italia abbiamo assistito a poliziotti
incatenati davanti alla questura per protesta contro chi li
accusò e condannò per i pestaggi nella caserma di Napoli,
ma non si è mai vista una manifestazione di massa dei partiti
della sinistra davanti ad una questura o una caserma, questo
perchè si riconosce, anche davanti agli omicidi, una
legittimità democratica a chi, negli anni, non negli episodi, ha
ampiamente dimostrato di non saper cosa è la democrazia, nemmeno
quella che un tempo definivano “borghese”.

Dal punto di vista militante il quadro, in questo parallelismno
forzato, e ancora più desolante, per chi come al sottoscritto,
poco importa del teatrino politico delle istituzioni e dei partiti.
La rivolta generalizzata in Grecia ci deve insegnare molto. Ci
dimostra, in tutta la sua crudeltà, gli errori fatti dal
movimento a Genova e dopo. Ci insegna che gli scontri non si concordano
con la polizia, ci racconta di quanto fu illusorio e sbagliato
l’allargamento del movimento a gruppi lontanissimi tra loro, in
modalità e forme della politica, ci dà una visione
corretta del concetto di “non violenza”. Ci mostra come la
sinistra anticapitalista greca ( anche quella presente in parlamento )
non si è dissociata dagli scontri e non ha cercato alibi, come
fece, invece,  Agnoletto a suo tempo.
Ci deve far capire fino a che punto lo stato si può permettere di reprimere e ci insegna come reagire alla crisi.
Ma più di tutto ci mostra un’altra cosa: la rivolta di domenica,
che ha portato al tragico omicidio di un 15enne,  è nata
dalle proteste contro la riforma scolastica del governo greco, una
riforma che, se messa a confronto di quella italiana, è una
barzelletta, una storiella buffa in un contesto di crisi economica che
la nostra generazione non immaginava nemmeno possibile. In Italia,
l’Onda ( che adesso pare più una risacca ) ha speso troppo del
suo tempo nell’affermare di essere apolitica e nel differenziarsi dal
’68, come se fosse una grave onta,  invece di rivendicare una
continuità, se non polica almeno morale, con le lotte
anticapitaliste che dal vituperato ’68 francese hanno rivoltato il
mondo per almeno un decennio.
L’Onda, ha inutilmente invocato il Capo dello stato, come se davvero
fosse garante di qualche cosa e non uno dei tanti attori ( o burattini
) delle istituzioni economiche nazionali ed internazionali.
Almeno una cosa quest’Onda divrebbe fare propria dall’esperienza del ’68, dovrebbe
capire e applicare una delle frasi più celebri pronunciate in
quegli anni da Ernesto Che Guevara “Siate sempre capaci di
sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro
chiunque in qualunque parte del mondo”, se così fosse i
giovani che oggi scendono nelle piazze contro la Riforma Gelmini
doveebbero sentire come proprio il dolore che oggi sentono i giovani
greci ed avrebbero sentito il dovere morale di esprimere la
solidarietà dovuta, con il linguaggio che li dovrebbe
accomunare, la rivolta.
Una cosa mi fa sperare ed è il comportamento tenuto
dall’informazione sulla vicenda Greca. Una informazione pilotata che ha
chiaramente paura che la Grecia possa imboleggiare quello che la
Francia simboleggiò con il suo Maggio.
Repubblica Tv corre a dire che il ragazzo ucciso era di “buona
famiglia” e che gli scontri sono creati dalla sinistra estrema
che cavalca la protesta.
Il Tg1 nella notizia sulla morte del giovane greco cita testualemnte
“ UCCISO PER ERRORE” mentre i due poliziotti sono stati
arrastati per omicidio. Come sempre accade la TV di Stato fornisce la
versione della polizia ( tra l’altro smentita pure dal governo ) e non
cita i testimoni oculari che hanno fatto sì che i due poliziotti
fossero arrestati.
Che davvero la Grecia del 2008 sia la Parigi del 1968?
ateneinrivolta.jpg

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Università, Letta contestato:Uova e insulti dagli studenti. E poi le solite cariche della polizia

Università, Letta contestato Uova e insulti dagli studenti

Il sottosegretario Gianni Letta

SIENA
– "Buffone, buffone". E’ il coro che ha accolto il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Gianni Letta, in visita al Santa Maria della
Scala di Siena per ricevere il premio intitolato a Paolo Frajese. Ad
attenderlo oggi, però, c’era un gruppo di studenti e ricercatori
dell’Università toscana, pronti a contestare duramente la
riforma della scuola firmata dal governo Berlusconi.

"Voi la distruggete, noi la costruiamo", recitava uno striscione a
favore della tutela dell’università. E poi urla, lancio di uova
e pomodori all’indirizzo di Letta, a cui uno studente ha anche dato del
"ciambellano".

Il ragazzo è stato allontanato dalla polizia. E non sono mancati
i momenti di tensione tra i poliziotti e gli studenti e i precari che
stavano manifestando all’esterno mentre la cerimonia era in corso.
Alcuni giovani hanno denunciato di essere stati caricati dagli agenti
con i manganelli. Tre ragazzi sono andati al pronto soccorso per essere
visitati.

Ma prima la contestazione è entrata anche nell’aula della
cerimonia. Poco prima della premiazione una ricercatrice
dell’università di Siena ha fatto il suo ingresso in sala e ha
letto un documento contro i tagli delle leggi 133 e 180, specificando
di non voler contestare il premio Frajese ma Gianni Letta "in quanto
rappresentante di spicco di un Governo che sta portando avanti una
politica dissennata di privatizzazioni e tagli". "Si salvano le squadre
di calcio, si salvano le banche, ma non le università,
evidentemente perché non si vuole salvare l’università
pubblica", ha attaccato la ricercatrice.

"Evidentemente – ha detto Letta – non conoscono la legge 133 e ne danno
un’interpretazione che è quella che corre su tutti o certi
giornali. Basterebbe approfondire un po’ meglio per capire che le cose
non stanno così perché noi per primi abbiamo a cuore
l’università di Siena e quella italiana in genere".

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Grecia,secondo giorno di guerriglia.. . Scontri e riot in molte città NEWS E AGGIORNAMENTI

Nel quartiere Exarchia di Atene la polizia ieri ha aperto il fuoco
e ucciso un 15enne. Reazione diffusa e rabbiosa: scontri con la polizia
in molte città, occupate diverse università della
capitale. Governo e polizia in difficoltà, non si fermano
nemmeno oggi gli scontri e le proteste

Violenti scontri sono scoppiati nel quartiere ateniese di Exarchia nella serata di ieri, intorno alle 20 italiane.
I manifestanti, caratterizzati da una composizione prevalentemente
studentesca, data anche la vicinanza del quartiere con
l’università, hanno dato filo da torcere alla polizia greca, che
ha risposto caricando duramente. L’origine degli scontri è
scaturita dalla provocatoria presenza dei corpi speciali greci Blue
Suit, che sono stati invitati ad andarsene dal quartiere da alcuni
ragazzi, il che ha scatenato l’arroganza dei poliziotti discesi dalla
camionetta: dopo un breve lancio di oggetti contro gli agenti, un
poliziotto ha aperto il fuoco contro coloro che li stavano contestando,
sparando tre colpi di pistola, uno dei quali ha colpito Andreas
Grigoropoulos, 15enne morto di lì a poco in ospedale.

Immediata è stata la reazione datasi subito dopo la diffusione
della notizia dell’uccisione di Andreas, in poche ore la capitale ha
visto incrementare i suoi focolai di protesta, con un corteo che ha
attraversato il centro città ed un duro confronto di fronte
all’università degli studenti contro la polizia. Il carattere di
guerriglia urbana è subito emerso non solo dagli scontri con le
forze dell’ordine, che sono stati bersagliati con pietre e molotov, ma
anche dagli attacchi portati avanti contro auto, cassonetti
dell’immondizia, banche e negozi. Ad Atene si è ovviamente avuta
la risposta prima e più estesa, con gli studenti protagonisti
degli scontri, oltre che dell’occupazione del Politecnico e di molti
altri atenei della capitale. Inoltre nel quartiere in cui è
stato ucciso il ragazzo sono stati centinaia i cittadini incolleriti a
scendere in strada per protestare contro l’uccisione e l’operato della
polizia, così come contro il governo di destra di Costas
Caramanlis. Le proteste ed i riot sono andati avanti ad Atene
così come in tante altre città del paese (Salonicco,
Patrasso, Komotini Heraklion e Ioannina le "città più
calde" fuori dalla capitale) lungo tutta la notte. Secondo un primo e
provvisorio bilancio sarebbero 24 gli agenti feriti, 6 i manifestanti
arrestati, almeno 30 le attività commerciali danneggiate o
bruciate, 17 le agenzie bancarie attaccate, oltre 20 le auto incendiate
(5 della polizia).

  • I video degli scontri su Repubblica Tv [1] [2] e su Corriere Tv [1] [2]

Il ministro dell’interno greco, Prokopis Pavlopoulos, ha presentato le sue dimissioni in seguito a quel che si è
verificato, ma il capo del governo Caramanlis le ha rifiutate, cercando
di contenere i danni di una situazione che vede il governo oltre che in
estrema difficoltà anche in una condizione importante di
responsabilità di fronte a quel che è stato il disastroso
operato delle sue forze dell’ordine, categoria (insieme ai militari)
mai troppo apprezzata dalla popolazione greca, visti anche i non
lontanissimi trascorsi. Normale quindi lo scettismo con il quale sono
state raccolte dai più le parole del governo, che ha espresso
profondo rammarico per l’uccisione di Andreas ed ha chiesto una
punizione esemplare per il poliziotto assassino. Due gli agenti
protagonisti del tragico fatto, che hanno detto di aver lanciato una
granata a stordimento e di aver poi sparato tre volte, i quali sono
stati arrestati, uno con l’accusa di omicidio volontario e l’altro di
complicità in omicidio.

Oltre che nella notte sono proseguiti gli scontri anche nella giornata
di oggi, non solo ad Atene si sono verificati attacchi a colpi di
pietre e molotov contro i cordoni della polizia dispiegati in
città. Nel pomeriggio migliaia di persone hanno manifestato
nella capitale, che resta il fronte più caldo ed esplosivo:
almeno 5mila persone si sono radunate nel luogo dove ieri è
stato ucciso il 15enne, sono stati presi di mira di nuovo banche e
negozi, una molotov lanciata contro la succursale di un concessionario
della Ford su viale Alexandras ha provocato un incendio. La polizia ha
usato la mano dura per disperdere i giovani, caricando e usando gas
lacrimogeno, attacco al quale hanno risposto con determinazione
ricorrendo a spranghe bastoni e pietre. Altri scontri si sono poi
verificati quando le forze dell’ordine hanno impedito al corteo di
raggiungere il quartier generale della polizia, in molti hanno provato
ad arrivarci per vie secondarie.

Lo zoccolo duro delle proteste, oltre che luogo in cui si è
verificato l’omicidio di Andreas da parte della polizia, è il
quartiere Exarchia di Atene: animato da molti gruppi antagonisti e
sinistra, storico per la valenza
che ha avuto nella rivolta contro i colonnelli nel 1973, infatti fu
l’Exarchia il "quartier generale" della contestazione alla dittatura
fascista ad Atene, dal quale partì la rivolta degli studenti che
poi occuparono il Politecnico, cosa che si sta riproponendo anche in
queste ore. Le manifestazioni di ieri arrivano dal percorso di
contestazione da parte degli studenti e delle studentesse della riforma
della scuola e dell’università, del malumore diffuso contro il
governo di destra al potere ma anche e soprattutto, per ciò che
riguarda l’origine degli scontri, dall’ingresso in quartiere della
neonata unità d’elite della polizia greca chiamata Blue Suits,
il che è stato percepito come una provocazione da parte dei
compagni, vista la situazione di militarizzazione in una delle aree
più vivaci e socialmente ricche della città.

Si ripete intanto una storiella già sentita anche a casa
nostra, come ad esempio per l’omicidio di Carlo Giuliani al G8 di
Genova o per l’uccisione dell’ultras Gabriele Sandri: l’agente sostiene
di aver sparato per terra, il proiettile sarebbe rimbalzato…

 

 

da repubblica.it

 

 ATENE – Dura pochissimo la calma in Grecia. Dopo i violenti scontri
seguiti all’uccisione di un ragazzo ad opera di un poliziotto, e
l’arresto dell’agente, la situazione, oggi, è nuovamente
esplosa. A Salonicco centinaia di studenti si sono riversati nella
strade, ingaggiando furibondi scontri con gli agenti in assetto
anti-sommossa. In pieno centro i dimostranti, almeno trecento, dopo
aver cercato di attaccare un commissariato hanno assaltato negozi e
distrutto veicoli in sosta, dando luogo a scene di vera e propria
guerriglia urbana.

Oggi pomeriggio, inoltre, il partito comunista KKE, assieme ad altri
gruppi di estrema sinistra, scenderà nuovamente per le strade
del centro di Atene.

Dalla capitale a Salonicco, le scene sono le stesse. Vetri rotti sparsi
a terra, fumo dei lacrimogeni, bombe molotov e sassaiole. E ancora:
auto, banche e supermercati in fiamme .

L’allerta è massima. Così come la rabbia per la morte di
Andreas Grigoropoulos, 15 anni, freddato dalla pistola nel quartiere di
Exarchia. Il governo di centrodestra si dice addolorato per la morte
del giovane e ha promesso di fare giustizia. Ma, ha aggiunto, "è
deciso a far rispettare la legge" denunciando le gravi violenze che
hanno provocato grandi distruzioni, diversi feriti e fermati ad Atene,
Patrasso, Salonicco, Creta. Mentre il partito di estrema destra Laos
chiede una commissione parlamentare d’inchiesta, per fare luce sulle
continue provocazioni e violenze urbane di "sedicenti anarchici e delle
altre forze collegate".

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L’omicidio.
Tutto
è iniziato con una delle tante manifestazioni studentesche
contro la contestata riforma universitaria. Quando è stato
ucciso, Grigoropoulos si trovava con una trentina di altri ragazzi nel
suo quartiere per una mini-protesta. Una volante è intervenuta e
ci è scappato il morto. Gli agenti sostengono che la banda abbia
aggredito a sassate la loro auto durante il turno di pattuglia ma
testimoni oculari parlano soltanto di insulti dei manifestanti contro
la polizia.


Università
.
Le autorità hanno annunciato che le università di Atene e
Salonicco, adesso occupate, resteranno chiuse per un paio di giorni. Le
proteste e le violenze di questi ultimi giorni hanno interessato anche
le città di Ioannina e Patrasso, anche qui con lanci di pietre
contro la polizia e auto incendiate. La protesta coinvolgerà
anche i professori universitari che da oggi si asterranno per tre
giorni dalle lezioni. Blog studenteschi, inoltre, hanno esortato gli
allievi di ogni ordine e grado a boicottare le scuole.


Il bilancio.
Stando
al bilancio delle forze dell’ordine, nel primo giorno di manifestazioni
ci sono stati 24 poliziotti feriti, di cui uno in gravi condizioni, e
31 negozi, nove banche e 25 auto danneggiati o bruciati. Sei
dimostranti sono stati fermati, fra cui uno in possesso di armi.

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ROMA. I FASCISTI DI BLOCCO STUDENTESCO PRESI A PESCI IN FACCIA! CHE SPETTACOLO!

Roma – Che spettacolo! Situazionisti 1 – Futuristi 0

tratto da http://www.militant-blog.org/

da roma.indymedia.org

Quest’anno il primo aprile è arrivato in anticipo. Ieri
notte sui muri di diverse scuole romane sono apparsi dei
“verosimili” manifesti (vedi allegato) del blocco che
“annullavano” il corteo previsto per oggi. E già,
perchè per chi non lo sapesse, ancora una volta, nascondendosi
dietro la presunta apoliticità, il Blocco aveva provato a
convocare un corteo e uno sciopero generale degli studenti romani. I
manifesti sono stati appesi in tutta roma e qualche effetto lo devono
aver sortito visto che questa mattina a Piazza delle Repubblica…
non c’era un’anima.

ah ah ah antifascisti spiritosi

leggiamo anche la risposta del blocco

Sui muri di numerosi istituti della capitale sono stati affissi dei
manifesti a firma Blocco Studentesco. Sul manifesto si parlava
dell’annullamento della manifestazione studentesca trasversale di
venerdì 5 dicembre, uno sciopero al quale il Blocco aveva
aderito.
In merito interviene Davide Di Stefano, responsabile del
Blocco:”Questo manifesto è una provocazione della sinistra
antagonista, rivendicata anche sul sito “Indymedia”. Uno
sciopero che sarebbe stato trasversale viene fatto passare come una
nostra manifestazione, di fatto screditandoci.

Eravamo pronti a scrivere “DOPO L’ONDA ECCO LE
COZZE” e invece niente…sono bastati dei semplici manifesti
burla a smontare un corteo, che a quanto dicevano gli organizzatori
(leggasi blocco studentesco), avrebbe dovuto raccogliere
un’intera generazione di studenti né rossi né neri.
In tutto ciò la cosa più divertente è vedere come
adesso cerchino di smentire la paternità della manifestazione e
tentino di smarcarsi da un fallimento, quello sì, epocale. Una
manifestazione che avevano già provato a indire la settimana
prima ma che era saltata grazie alla pressione degli studenti e che
ieri è saltata di nuovo facendo sbellicare l’intera
città.

Non sappiamo proprio come aiutarvi, dovreste insegnare ai vostri
camerati a distinguere il vero dal falso: proprio come hanno imparato a
farlo gli studenti che adesso vi riconoscono per quello che siete:
fascisti.

LA VERITA’ E’ CHE NON BASTA NEANCHE UN’ONDA A CANCELLARE UNA FIGURA DI MERDA COSI’.

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Grecia, scontri in molte città..un ragazzo ucciso dalla polizia! NEWS E AGGIORNAMENTI

L’uccisione ad Atene durante incidenti con i gruppi anarchici
Notte dui fuoco, il ministro dell’Interno offre le dimissioni

Grecia, scontri in molte città
un ragazzo ucciso dalla polizia

Grecia, scontri in molte città un ragazzo ucciso dalla polizia

ATENE –
L’uccisione ieri di un giovane da parte della polizia ad Atene durante
scontri provocati da gruppi anarchici, ha causato mobilitazioni e altri
scontri, che continuano stamane, nella capitale e nella seconda
città della Grecia, Salonicco, nonchè al Nord a Ioannina
e Komotini. Ad Atene, secondo la tv sono state lanciate bombe
incendiarie contro una banca e ci sono nuovi incidenti con la polizia.

Il ministro dell’interno Prokopis Pavlopoulos e il sottosegretario con
la delega alla polizia hanno offerto le dimissioni, che sono
però state respinte, riferiscono stamane i media.Studenti hanno
occupato per protesta il Politecnico ed altri atenei di Atene I
responsabili dell’incidente e il loro comandante sono stati sospesi
mentre il governo ha promesso un’indagine approfondita. Pavlopoulos si
è scusato per quanto avvenuto.

Il giovane, di 15 anni, è stato colpito al torace da un
proiettile mentre, secondo fonti ufficiali, attaccava insieme ad un
gruppo di compagni un’auto di pattuglia con bastoni e bombe incendiarie
in mezzo a violenti scontri nel quartiere di Exarchia, ad Atene,
roccaforte del movimento anarchico e dove gli incidenti sono quasi
all’ordine del giorno.

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[6 dicembre – Giornata resistente] Da Torino alla Val Susa: NO TAV e THYSSENKRUPP

Questo sabato sarà una giornata speciale per la città di
Torino e per la Val Susa: due cortei solo apparentemente sganciati
l’uno dall’altro attraverseranno prima la città di Torino al
mattino) quindi quella di Susa (il pomeriggio). Due appuntamenti
intrecciati dal bisogno di resistere ad un modello dis viluppo che
produce solo morte, povertà, devastazione ambientale e sociale.

Le due manifestazioni si sosterranno a vicenda: la mattina una
delegazione del movimento no tav sarà vicina ai lavoratori e ai
familiari delle vittime della Thyssenkrupp. Il pomeriggio, una
delegazione di questi sarà presente in Val Susa

h 9.30 corso di fronte alla Thyssenkrupp: noi non dimentichiamo

Un anno fa, il 6 dicembre, la strage della Tyssen Krupp. Uno dopo
l’altro morivano sette operai che lavoravano nello stabilimento
torinese di Corso Regina. Ad Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto
Scola, Rocco Marzo, Antonio Santino, Rosario Rodinò e Giuseppe
Demasi, in questo lungo anno si sono aggiunti altri nomi: lavoratori
“dimenticati” uccisi sul posto di lavoro. Uccisi dalle
condizioni sempre più precarie dell’ambiente lavorativo,
sia a livello di contratti, che per quello che riguarda la sicurezza
interna. Mentre il processo della Corte d’Assise, nella prima udienza
il 15 gennaio, ha portato l’amministratore della Tyssen Harald
Espenhanh sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio
volontario, le famiglie delle vittime e tutto il mondo operaio (e non
solo) si prepara a scendere in piazza. Per ricordare le vittime, per
chiedere giustizia, per la sicurezza su posto di lavoro, ma soprattutto
per ribadire che non è possibile morire di lavoro. “Meno
profitti e più sicurezza, meno precarietà e più
salario”: sono le parole d’ordine che appaiono sul
manifesto del corteo, organizzato dall´Associazione Legami
d´acciaio e dalla Rete nazionale per la sicurezza nei luoghi di
lavoro, che partirà dallo stabilimento Tyssen Krupp alle 9 e
trenta, con meta Palazzo di Giustizia.

 

 

 

 

h 14.30 – Stazione Fs Susa: ancora e sempre No Tav

Il 6 dicembre il movimento no tav tornerà a parlare il
linguaggio della mobilitazione senza per’altro mai averlo abbandonato.
Una manifestazione a ridosso dei giorni che ricordano l’aggresione del
governo Berlusconi alla Valle di Susa, e che ricordano la gloriosa
resitenza di una comunità in movimento che ha saputo Liberare
Venaus, e vincere una parte della battaglia. Tornare in piazza oggi
significa farlo per dimostrare come il movimento continua ad essere
determinato nel proseguire nella resistenza popolare che sebbene
smarcata dalle amministrazioni, non concede nessuno spazio di resa. No
Tav oggi significa molto di più di ieri, significa salvaguardare
quel percorso di autoganizzazione sociale e di lotta popolare che ha
fatto tremare i potenti, che ancora oggi, sebben le tante parole, non
riescono ad averla vinta. Nemmeno convincendo gli amministratori locali
a sedersi intorno ad un tavolo per ragionare su quale miglior traciato
sia fattibile; nemmeno spacciando falsità sul miglioramento del
trafifco ferroviario pendolare. Non è testardaggine, e non
è nemmono ragionevolezza, è sana analisi e motivazione
che porta migliaia di uomini e donne a difendere la propria terra e il
proprio futuro. La voglia è tanta nei tentativi di spegnere un
movimento del genere, ma da nessuna parte ci si riesce, anzi, la
manifestazione viene dopo un mese di incontri, il Grande Cortile, che
hanno gettato le basi per un futuro diverso e in contrasto con questo
sitema-crisi, di cui il Tav è espressione. Il fare comune, la
solidarietà, il mutuo soccorso, la resistenza, la convinzione,
l’audacia, l’umiltà,la convinzione sono le caratteristiche di un
popolo che non si tira più indietro, che non rientra più
nei ranghi del quieto vivere e dello sperare nei tempi migliori.
Agisce, facendosi forza collettiva, anche ora, dove la crisi in atto
dimostra quale sia la vera necessità degli "imprenditori del
disastro", quelli che la crisi l’hanno generata e che oggi vogliono
farla pagare a tutti, quelli che vivono dei soldi pubblici per
riciclarsi ed ingrassarsi. No tav oggi significa salvaguardare il
futuro di tutti e tutte, significa non farsi travolgere dalla crisi,
anzi affrontarla per un diverso destino, con la consapevolezza che
questa lotta, può essere vinta nonostante le forze in campo, e
che la strada imboccata è quella giusta.

SUSA 6 DICEMBRE 2008 – H14.30 PIAZZA DELLA STAZIONE

 

 

 

 

 la crisi e le grandi operedi lele rizzo  manifesto della manifestazionequi
 appello per la manifestazione [1] – [2 ]  manifesto della 3gg a Venausqui
 appello al movimento degli studenti
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UN GIORNO DI FUOCO..ENNESIMO SGOMBERO DI UNO SPAZIO SOCIALE A PADOVA

Nella serata di mercoledì
3 dicembre una trentina di studenti del Collettivo di Scienze Politiche
hanno occupato uno stabile in fondo a via Beato Pellegrino.

L’edificio, un ex ufficio postale, è
abbandonato da cinque anni ed è in buono stato. Nella giornata
di oggi, giovedì 4, senza alcuna notifica, il sindaco Zanonato,
per motivi di ordine pubblico, ha deciso in favore di uno sgombero
violento e illegittimo, e quindi ha dato ordine alla Questura di
procedere con cariche che hanno portato al ferimento di cinque ragazzi.
Contemporaneamente si stavano svolgendo le trattative con il Presidente
dell’associazione a cui lo stabile era stato dato in concessione.

Lo spazio è stato occupato per costruire un
laboratorio di inchiesta e autoformazione che permetta di costruire
un’indagine sociale sui problemi della città di Padova.

La cronaca audio con Bruna del Collettivo di Scienze Politiche.
-  [ audio ]

Dopo i fatti della mattinata, i ragazzi del Collettivo
si sono mossi in un corteo spontaneo verso il centro cittadino e si
sono fermati davanti al Comune di Padova per protestare contro il
Sindaco e contro le modalità dello sgombero.
Le porte del
Comune erano aperte e quindi gli attivisti del Collettivo si sono
apprestati ad entrare pacificamente; ma immediatamente sono intervenuti
i vigili urbani e la polizia con manganellate e pugni in una carica
caotica e violentissima.
Uno dei ragazzi è stato bloccato e
picchiato dai vigili dentro il suolo del Comune, rilasciandolo solo
dopo una decina di minuti, mentre tre ragazzi sono finiti in ospedale e
molti sono rimasti contusi.

Il commento di Omid del Collettivo di Scienze Politiche.
-  [ audio ]

Links:
www.labfuoco.org
www.senzatv.com

 

 COMUNICATO DEL LABORATORIO FUO.CO.

 

 

Dopo quasi un anno
dall’ultimo sgombero, ieri 3 dicembre, come attivisti del
Collettivo scienze politiche- Laboratorio Fuo.Co. abbiamo occupato uno
stabile in disuso da cinque anni, in Via Beato Pellegrino 204, di
proprietà del Comune di Padova, per dare spazio ai nostri
progetti di inchiesta, autoformazione a ricerca sulle nuove forme di
controllo sociale e le politiche securitarie che sempre più
governano le nostre città e le nostre vite. Il sindaco Zanonato,
nonostante le nostre ripetute e continue richieste di dialogo e di
apertura di un tavolo di trattativa sulla questione degli spazi, non si
è nemmeno degnato di comunicare con noi ed ha firmato questa
mattina un’ordinanza di sgombero dello stabile che abbiamo
occupato.

Alle 13 sono arrivati
una decina di agenti DIGOS che, senza nessun preavviso nè
spiegazione, ci hanno aggredito a calci e pugni, trascinandoci fuori e
costringendoci a uscire dallo stabile. A sgombero avvenuto è
arrivato un vigile urbano che, “tempestivamente”, ha
notificato lo sgombero mentre sopraggiungeva una camionetta della
celere. Subito dopo ci siamo diretti verso palazzo Moroni, sede del
Comune di Padova, per chiedere spiegazione dell’improvviso e
violento sgombero. Sul luogo si trovavano già diversi agenti
DIGOS e due volanti della polizia. All’interno del cortile, la
polizia coadiuvata da zelanti vigili urbani, manganelli alla mano, ci
ha respinto sul cancello placcando e fermando un nostro compagno.
Abbiamo subito e con forza dato vita ad un presidio molto determinato a
richiedere la liberazione del nostro compagno fermato, venendo
ripetutamente caricati dalla polizia e dal reparto celere arrivato
dalla Questura. Nelle cariche sono stati coinvolti anche passanti
inermi che tornavano dalla spesa al mercato e quattro studentesse che
hanno riportato ferite e contusioni alla testa e alle braccia con
prognosi tra gli 8 e i 10 giorni, tra cui una ancora in osservazione in
ospedale.

Denunciamo con forza
chi ancora una volta dimostra di utilizzare le forze di polizia per
trincerarsi dietro questioni di ordine pubblico invece che affrontare
le reali esigenze della città che amministra. Denunciamo
l’estrema gravità del comportamento del sindaco Zanonato,
completamente sordo alle richieste di spazi di agibilità da
parte degli studenti e dei precari, un sindaco che dimostra in ogni
ambito la propria deriva repressiva e poliziesca attraverso politiche
securitarie, militaresche nelle strade e polizia per schiacciare ogni
forma di conflitto e mobilitazione nella città.

Noi la crisi non la paghiamo

Il FUO.CO. non si spegne

Laboratorio FUO.CO. – Collettivo Scienze Politiche – Fuxia block

 

Scontri a Padova per difedere il Fuo.co.

movimenti

La Polizia ha sgomberato questa mattina lo stabile abbandonato,
occupato ieri dal collettivo di scienze politiche. I compagn* si sono
quindi recati in in Comune. All’ingresso nel cortile del Municipio
c’è stata però unaviolenta carica della Polizia e la
risposta dei compagn* presenti.
Alcuni compagni, feriti dalla manganellate, sono dovuti ricorrere alle
cure ospedaliere. Contusi  -pare – anche alcuni agenti.
________________

Il volantino dell’occupazione di ieri:

Nasce a Padova un nuovo spazio “fuori dal controllo”

Arriva un momento in cui bisogna rompere gli indugi, un istante nel
quale ci si deve mettere in gioco e mettere in gioco le proprie
abitudini e le proprie “sicurezze” per compiere un passo in
avanti concreto nel tragitto che ci separa dal raggiungimento dei
nostri bisogni e dei nostri desideri. Un passo in avanti innanzitutto
per rendere palese che chi esercita controllo e potere non avrà
mai le nostre vite, le nostre menti, il nostro presente e il nostro
futuro.
Noi oggi pensiamo di compiere uno di questi piccoli passi, uniti da un
sentore collettivo che esige sempre di immaginare e costruire
l’impossibile.
Lo spazio che da oggi viene occupato dai nostri corpi impazienti e dai
nostri saperi ribelli e che siamo pronti a difendere con tutta la forza
della nostra determinazione si chiamerà
:

  • LABORATORIO  FUORI DAL CONTROLLO..

Un laboratorio politico, sociale, culturale e artistico che vuole
innanzitutto fornire, a chi lo vivrà e a chi semplicemente lo
attraverserà, nuovi strumenti di comprensione di se stessi e
della realtà circostante  in un contesto sociale in cui i
nostri “formatori”, della televisione o
dell’università non fa differenza, ci insegnano, senza
darci pace, che la regola numero uno è rassegnarci
all’immutabilità dell’attuale stato di cose.
In uno scenario in cui la messa in discussione degli equilibri
costituiti eccede la sempre tollerata azione partitica e
sindacale,  il rischio è di essere stigmatizzati come
nemici del “benessere” e dello “sviluppo” della
intera comunità.

Occupiamo perché diffidiamo dei nostri “formatori”;
abbiamo il forte sospetto che ci stiano ingannando. Occupiamo
perché la nostra fame di sapere ha bisogno di uno spazio fisico
per diventare energia dirompente in grado di costruire alternative di
vita singola e collettiva rispetto alle previsioni e prevenzioni
dell’asfissiante controllo sociale neoliberista.

Vogliamo sapere, essere consapevoli e così poter agire,
confliggere. Vogliamo sapere perché siamo precari, sapere
perché siamo insoddisfatti, sapere cosa accade alle nostre
università vittime del definitivo smantellamento del welfare e
protagoniste di una delle contestazioni più diffuse e radicali
vissute negli ultimi anni, sapere perché i nostri governi
bombardano e occupano altri stati, sapere perché gli spazi
dell’emarginazione e dell’esclusione sociale si stanno
ampliando a dismisura.
Costruire un osservatorio che analizzi in modo critico gli aspetti
più contraddittori dell’attuale modello di sviluppo, un
modello che tenta di imporre nelle nostre vite il paradigma securitario
e che oggi su scala globale vive una crisi senza precedenti. È
questo uno dei primi obiettivi che ci poniamo.

Formazione, lavoro, guerra: pensiamo sia  imprescindibile
affrontare ed indagare criticamente queste  realtà della
nostra vita quotidiana con gli strumenti dell’inchiesta e
dell’autoformazione  per comprendere la complessità e la
vera natura del potere contemporaneo, 
individuare e
liberarsi delle strategie di controllo sociale ed essere in grado di
costruire concretamente esperienze nuove di relazioni sociali, di
trasmissione di saperi e di trasformazione dell’esistente.
Incontri, dibattiti, gruppi di lavoro, incontri di autoformazione,
proiezioni, pubblicazioni, percorsi di inchiesta e
conricerca….ma anche azioni dirette per rallentare e contrastare
il dilagare della precarietà, contrapporci alla svendita
dell’università e alla mercificazione della cultura,
difendere la calpestata dignità dei migranti, sabotare i sistemi
di controllo e sorveglianza e altro ancora.

Siamo impazienti di partire ma soprattutto di raccogliere proposte nuove da tutti quelli che vorranno camminare con noi.
Siamo quelli senza piattaforma, senza libretti rossi ed
ideologie, non abbiamo gerarchie e piani politici prestabiliti.Siamo
imprevedibili e desideriamo sorprenderci e sorprendere, alimentare
dubbi e sospetti, emanare creatività e conflitto, giorno dopo
giorno, ripartendo da questo spazio.
Vogliamo solo mettere a
disposizione di noi stessi e di tutti quelli che vorranno uno spazio
capace di aprire delle “possibilità”,
possibilità di scegliere, di sapere, di essere un po’ meno
insoddisfatti…

LABORATORIO DI INCHIESTA E DI AUTOFORMAZIONE “FUO.CO”

 

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AGGIORNAMENTI: Crash! Bologna 500 in presidio e ancora cariche – Presidi in diverse città

Aggiornamenti dal presidio di Bologna:

Alle luce natalizie che circondano le due torri bolognesi oggi si sono
aggiunte molte luci di una lotta che non vuole spegnersi molto
facilmente. 500 persone hanno risposto al presidio contro lo sgombero del Laboratorio Crash!
Molti gli slogan che eccheggiano le parole dei movimenti di questi
mesi: "Noi la crisi non la paghiamo" e "Indietro non si torna". Al
presidio erano presenti anche diversi studenti della mobilitazione
delle scuole e delle università.
Nell’incrocio più importante del centro della
città si è formato un blocco stradale che è durato
circa un’ora ribadendo continuamente la determinazione a difendere gli
spazi sociali
, ora più che mai antidoto ad un società sempre più barbaramente fascista, razzista ed intollerante.
Verso le 19 la polizia si è avvicinata agli striscioni del
laboratorio Crash e dell’Aula 1 di Giurisprudenza ed è partita una
carica durata diversi minuti. I manifestanti hanno, però saputo
rispondere e dcontro la polizia sono partiti petardi e bottiglie,
mantenendo in questo modo in blocco sulla strada.

Successivamente la decisione è stata quella di partire in corteo, lungo via Rizzoli per arrivare fino in piazza Nettuno.
Nella piazza il corteo si è sciolto, dopo aver ribadito, anche
sotto palazzo d’Accursio, che la repressione non ferma quello che
è la lotta per gli spazi sociali, a Bologna e in tutta Italia.



…In attesa di un nuovo Crash!




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Dalle altre città:


Presidi sotto le prefetture di Palermo, Modena e Torino.

Iniziative anche a Reggio Calabria, Pisa, Brescia, Cosenza, Milano, Verona, Livorno e Cremona.

A Pisa è stato organizzato un presidio da parte dell’assemblea
antirazzista: nel mirino il delirio securitario del sindaco di
centrosinistra della cittadina Toscana. Il presidio è stato
anche occasione per portare solidarietà ai compagni/e di Crash!
sgomberati questa mattina.

A Roma si terrà questa sera una assemblea per decidere in che
modo portare solidarietà al laboratorio occupato Crash! di
Bologna sgomberato questa mattina.

A Padova è stato occupato un nuovo spazio da parte dei compagni
e compagne del laboratorio Fuo.Co. che porta solidarietà anche
ai compagni/e sgomberati a Bologna


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ore 12.30 #Aggiornamenti:
In programma presidi in molte città italiane:

A Bologna appuntamento alle 18 sotto le due torri


Altre iniziative a Modena, Palermo, Torino, Cremona, Livorno,
Pisa, Brescia, Milano, Verona, Padova, Reggio Calabria, Cosenza, Roma…



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Lo sgombero

Stamattina, prima delle 7, Bologna si è svegliata con un nuovo sgombero, quello del nuovo Laboratorio Crash! occupato per dare seguito alle iniziative interrotte dal sequestro dello stabile di via Zanardi 106.
Ad effettuare lo sgombero un centinaio tra celere, carabinieri e DIGOS.
I ragazzi del laboratorio appena radunati hanno risposto con blocchi stradali,
portando in strada i tavoli e le sedie che sarebbero servite alle
prossime iniziative e che, invece, ancora una volta prive di scopo,
come l’edificio di via Donato Creti 24.
La polizia ha reagito con violenza caricando più volte i
blocchi stradali che si sono sciolti e riformati, percorrendo tutta la
via, fino all’incrocio con via Stalingrado.

Proprio qui si è verificata una carica molto brutale nella quale
alcuni ragazzi sono rimasti contusi, una ragazza è stata ferita
alla testa ed è stato necessario l’intervento dei medici 118 ed
è stata successivamente portata al pronto soccorso in cui le
sono stati messi 6 punti alla testa. La ragazza è ancora in
ospedale.

Al momento il presidio si è sciolto, ma gli attivisti hanno annunciato che non
può essere ancora scritta la parola fine, perchè Crash
continuerà a muoversi finchè non verrà
riconosciuta l’importanza dei percorsi politici e culturali finora
messi in campo nella città.




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Di seguito il comunicato del Laboratorio Crash!




APPUNTAMENTO A BOLOGNA SOTTO LE DUE TORRI ALLE 18

In due settimane 3 sgomberi! Il Laboratorio Crash resiste…

Dalle barricate di via Donato Creti diamo appuntamento sotto le due
torri alle ore 18h per continuare la giornata di lotta e resistenza.
Dalla periferia al centro della città, dal nord al sud
d’Italia oggi sara’ la giornata in cui il blocco dell’antagonismo
sociale dira’ chiaramente che nessuno sgombero sara’ piu’ tollerato.

In questi tempi di crisi sociali se i poteri delle città pensano
di contrastare e reprimere la costruzione di spazi sociali, non hanno
ancora capito con chi hanno a che fare…
Ancora oggi come il movimento no-gelmini saremo in piazza per dire che
in dietro non si torna e se ci bloccano il nostro futuro noi
bloccheremo le nostre città…
Bologna 3 dicembre 2008… e questo è solo l’inzio! Noi
la crisi non la paghiamo! D’ora in poi a pagarla saranno solo loro

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URGENTE!! CRASH DI NUOVO SGOMBERATO. CARICHE VIOLENTE E BARRICATE A BOLOGNA

Stamattina, prima delle 7, Bologna si è svegliata con un nuovo sgombero,
quello del nuovo Laboratorio Crash! occupato per dare seguito alle
iniziative interrotte dal sequestro dello stabile di via Zanardi 106.
Ad effettuare lo sgombero un centinaio tra celere, carabinieri e DIGOS. I
ragazzi del laboratorio appena radunati hanno risposto con blocchi
stradali, portando in strada i tavoli e le sedie che sarebbero servite
alle prossime iniziative e che, invece, ancora una volta prive di scopo,
come l’edificio di via Donato Creti 24.
La polizia ha reagito con violenza caricando più volte i blocchi stradali
che si sono sciolti e riformati, percorrendo tutta la via, fino
all’incrocio con via Stalingrado.
Proprio qui si è verificata una carica molto brutale nella quale una
ragazza è rimasta ferita alla testa ed è stato necessario l’intervento dei
medici 118.
Al momento il presidio si è sciolto, ma gli attivisti hanno annunciato che
non può essere ancora scritta la parola fine a questa giornata, perchè
Crash continuerà a muoversi finchè non verrà riconosciuta l’importanza dei
percorsi politici e culturali finora messi in campo nella città.

SEGUIRANNO INDICAZIONI DA PARTE DEI COMPAGNI DEL LABORATORIO CRASH!
SEGUITE GLI AGGIORNAMENTI DELLE INIZIATIVE DELLA GIORNATA SU
INFOAUT.ORG/BOLOGNA

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 In due settimane 3 sgomberi!

Il Laboratorio Crash resiste…
dalle barricate di via Donato Creti diamo appuntamento sotto le due torri
alle ore 18h per continuare la giornata di lotta e resistenza.
Dalla periferia al centro della città, dal nord al sud d’Italia oggi sara’
la giornata in cui il blocco dell’antagonismo sociale dira’ chiaramente
che nessuno sgombero sara’ piu’ tollerato. In questi tempi di crisi
sociali se i poteri delle città pensano di contrastare e reprimere la
costruzione di spazi sociali, non hanno ancora capito con chi hanno a che
fare… Ancora oggi come il movimento no-gelmini saremo in piazza per dire
che in dietro non si torna e se ci bloccano il nostro futuro noi
bloccheremo le nostre città… Bologna 3 dicembre 2008… e questo è solo
l’inzio!

Noi la crisi non la paghiamo! D’ora in poi a pagarla saranno solo
loro!


Stay on line! Enjoy high tek proletariat infostreaming!
INFOAUT – http://www.infoaut.org
INFOAUT BOLOGNA – http://www.infoaut.org/bologna
Laboratorio CRASH! – http://crash.noblogs.org
Lab. CRASH @MYSPACE – http://myspace.com/laboratorio_crash
Collettivo Universitario Autonomo – http://cua.noblogs.org

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Milano – Radio Cane sotto attacco..

Stamattina all’alba del dì 28 del mese di novembre dell’ anno
2008 del dominio imperiale, le armate della corporazione dei mercanti
hanno proceduto allo sgombero dello studio temporaneo di RadioCane, sito nell’ambito domestico di un generoso compagno.
Gli infimi agenti delle forze dominatrici, circondato militarmente l’
eroico fortino, hanno incontrata l’impervia resistenza delle milizie
ribelli.
Dopo ore di ardui combattimenti, che hanno viste decimati i contingenti
di ambo le parti, i patetici militi delle armate della
controrivoluzione sono riusciti a superare le barricate erette dai
nostri audaci guerriglieri.
Le gloriose truppe portanti le bandiere di radiocane sono state
costrette all’ abbandono degli avamposti ritirandosi strategicamente in
attesa del contrattacco.
Pertanto le trasmissioni saranno riprese al più presto.

Il Comitato Centrale del Nucleo B dell’ Armata RadioCane

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