Costa: il referendum è antidemocratico. L’arroganza non ha confini

Sui giornali locali oggi sono
state pubblicate le nuove esternazioni del commissario straordinario al
Dal Molin, Paolo Costa, proprio nel giorno in cui il TAR deve
pronunciarsi sul quesito del referendum.
Costa nelle dichiarazioni
rese alla stampa da i tempi di avanzamento del progetto e definisce il
prossimo referendum popolare del 5 ottobre antidemocratico.
Un commento di Francesco, Presidio No Dal Molin.
-  [ audio ]

Vedi anche:
Rinnovato l’incarico a Costa comunicato 11.09.08
Venezia – Consegna dell’Attila d’oro a Paolo Costa news multimedia 04.09.09
Costa indesiderato a Vicenza 01.08.08
Lettera del commissario Costa all’ex Ministro Parisi

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FORZA NUOVA DENUNCIA INDYMEDIA

 

da roma.indymedia .org

 

 

COMUNICATO Forza Nuova N.T.A. sulle accuse d’indymedia
In seguito all’articolo infamante trovato su indymedia dove veniva
accusata l’N.T.A di una campagna razzista nei confronti dei Rom, e di
essere gli esecutori del tiro dei bengali nel campo Rom il 13 Agosto
2008, L’ N.T.A informa che agirà sul piano legale, poichè oltre ad
essere infondate ("gli agenti hanno affermato che "stiamo valutando
alcune ipotesi, ma escludiamo fin da adesso che si sia trattato di
un’aggressione e soprattutto che i razzi siano stati lanciati per
motivi di intolleranza razziale". R.M.), sono del tutto infamanti
poichè comincia ad emergere la paura di chi, con sangue e sudore si
batte per la gente dell’ VIII municipio raccogliendo migliaia di
consensi (vedere ultime elezioni). CIò non ci fermerà, anzi saremo più
forti e più decisi, perchè significa che il nostro lavoro sta pagando i
nostri numerovelo sforzi. Per quanto riguarda la buffa accusa di
razzismo, addirittura menzionando che decine di antifascisti si sono
scomodati per rimuovere uno striscione razzista di fn, informiamo tutti
sul testo dello striscione: "ma quale razzismo..conosciamo la realtà..
rom parassita della mia città". Rispondiamo anche alla grave accusa di
aver tirato i bengala. Bè, secondo loro la prova che abbiamo fatto
decine di volantinaggi, e di aver addirittura occupato il municipio per
protestare contro la presenza dei Rom. Se per loro è una prova, per noi
invece è la prova contraria della nostra colpevolezza, poichè se
veramente avremmo voluto agire modi violenti per cacciare i Rom,
neanche avremmo sprecato tempo a volantinare, a fare striscioni, o a
interrompere il municipio mettendoci così la faccia . Invece abbiamo
fatto ciò che ci competeva, e che era nelle nostre possibilità, e
continueremo ad agire in questo modo, anche se ovviamente questo alza
la vostra preoccupazione, perchè se non avete la notizia di
fantomatiche aggressioni "fasciste" "razziste" non avete argomenti per
poter parlare. Ma noi non vi daremo questa goia, se volete tornare a
parlare, cominciate a trovare nuove argomentazioni credibili. Intanto
vi quereliamo, continueremo a farlo se continuerete ancora a lanciare
infamate e falsità.

Forza Nuova N.T.A

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“Non saremo mai antifascisti”: I giovani di An contro Fini

I giovani di An contro Fini "Non saremo mai antifascisti"

Manifestazione di Azione Giovani

ROMA
– "Ce l’ho messa tutta per trovare un motivo valido per essere
antifascista ma non l’ho proprio trovato anzi ne ho trovati molti per
non esserlo", è uno dei passaggi della lettera aperta che Federico
Iadicicco, consigliere provinciale del Pdl e presidente di Azione
Giovani, rivolge sul sito www.azionegiovaniroma.org agli italiani in
merito al dibattito di questi giorni sull’antifascismo. Il Pd: "Cosa ne
pensa il ministro Meloni?".

Dibattito aperto dalle parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno sulle leggi razziali e dal ministro della Difesa Ignazio La Russa
su resistenza e Salò. Fino alle parole del presidente della Camera: "La
destra politica italiana e a maggior ragione i giovani – ha detto Gianfranco Fini
alla festa di Azione giovani ‘Atreju 08’ a Roma – devono senza
ambiguità dire alto e forte che si riconoscono in alcuni valori della
nostra Costituzione, come libertà, uguaglianza e solidarietà o
giustizia sociale".

"Circa due anni fa – scrive oggi Iadicicco -, non nel 1943, il più
importante sito della rete antifascista italiana, Indymedia, pubblicò
un articolo di commento a una iniziativa di Azione giovani di Roma e
ritenne utile mettere vicino al mio nome anche il mio indirizzo di
casa, con l’evidente intento di puntare l’indice contro di me e di
indicarmi come bersaglio da colpire. Ho pensato: ‘Come potrei aderire
alla cerchia dei miei aguzzini? Come potrei dichiararmi
antifascista?’".

 

 Ed ancora: "Sono andato un po’ indietro nel tempo fra gli anni Settanta
e Ottanta, comunque non nel 1943, e mi è venuto alla mente che alcune
decine di ragazzi come me, che facevano quello che faccio io oggi, sono
stati uccisi dall’odio degli antifascisti e francamente a quel punto
sono crollato".

"Ce l’ho messa tutta – conclude Iadicicco – per trovare un motivo
valido per essere antifascista ma non l’ho proprio trovato anzi ne ho
trovati molti per non esserlo. A questo punto ti prego di capirmi e con
me tutti i ragazzi di Azione Giovani. Prego Dio affinché ci dia la
forza di perdonare chi in nome dell’antifascismo ha ucciso giovani vite
innocenti; ma cerca di comprenderci noi non possiamo essere, non
vogliamo essere e non saremo mai antifascisti".

La presa di posizione di Iadicicco arriva dopo molti segnali di
malessere espressi da esponenti della destra italiana, in particolare
di Azione giovani: "In proposito, vorremmo conoscere la posizione del
ministro Meloni, ancora oggi presidente di Azione giovani – diceva ieri
Pina Picierno, ministro ombra del Pd per le politiche giovanili -,
visto che si è trincerata dietro un incomprensibile silenzio. Bisogna
essere chiari. Ministro Meloni, il suo silenzio ci inquieta poichè
tradisce un conflitto insanabile tra la sua carica di Presidente di
Azione giovani e il suo ruolo di ministro che si deve occupare dei
giovani italiani di una Repubblica nata proprio dopo aver sconfitto
quel fascismo che ogni sincero democratico ripudia con tutte le forze".

 

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Fiore, Romagnoli, Borghezio nella commissione europarlamentare per verificare la condizione dei rom in Italia ·


ROMA, 16 SETTEMBRE 2008 – COMUNICATO STAMPA

Il Parlamento europeo invia in Italia una delegazione per verificare la
condizione del popolo Rom. Gruppo EveryOne: "E’ una truffa,
perché 13 delegati su 20 sono italiani e sono presenti
eurodeputati di estrema destra, come Fiore e Romagnoli. Più che
un’ispezione, sarà un sostegno alle politiche intolleranti".

Come già ufficializzato da qualche giorno, il Comitato per le
Libertà Civili (LIBE) del Parlamento europeo ha deciso di
inviare una delegazione a Roma, dal 18 al 20 settembre, per verificare
la condizione dei Rom in Italia. Oggi è stato reso noto il
programma delle tre giornate e la lista degli incaricati
dell’ispezione. I nomi degli eurodeputati che faranno parte della
delegazione ha destato incredulità da parte degli attivisti per
i Diritti Umani. "Questa delegazione è una presa in giro e non
rappresenta di certo l’Unione europea," commentano i leader del Gruppo
EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau,
"perché è composta per la maggior parte da eurodeputati
italiani. Su 20 membri che visiteranno i campi Rom e incontreranno il
ministro dell’Interno, membri del parlamento italiano e leader di Ong,
fra le quali noi del Gruppo EveryOne, ben 13 sono italiani. Ma non
è tutto, perché fanno parte dellla delegazione che ha il
compito di
giudicare il grado di razzismo nei confronti dei Rom politici di
estrema destra, come il capo di Forza Nuova Roberto Fiore e Luca
Romagnoli, l’uomo che ha chiesto a gran voce l’esame del DNA per i
bambini Rom e che ha formulato la proposta di deportare tutti i
‘nomadi’ – ladri e rapinatori, secondo lui – fuori dall’Italia". Il
Gruppo EveryOne ha inviato un messaggio di protesta nei confronti del
Comitato per le Libertà Civili del Parlamento europeo. "E’ una
protesta formale che inviamo alle Istituzioni europee, manifestando la
più grande preoccupazione verso una scelta che non può
essere condivisa da nessun uomo che si batte per i diritti delle
minoranze. Oltre a Fiore e Romagnoli, il Parlamento europeo affida
l’indagine sull’antziganismo in Italia a Mario Borghezio, nemico
giurato del popolo Rom e propugnatore
del testo razzista intitolato "Preghiera dello Zingaro". Quindi,
Roberta Angelili di Alleanza Nazionale, paladina di una crociata contro
i genitori Rom, ‘sfruttatori di bambini’, a suo dire. Si prosegue con
Elisabetta Gardini, la cui avversione per i Rom è tanto forte da
averla indotta a una posizione di critica violenta contro Famiglia
Cristiana, definita ‘cattocomunista’ dopo i suoi editoriali che
invitavano gli italiani a riscoprire la tolleranza. E ancora, con
Stefano Zappalà, convinto sostenitore del rilievo delle impronte
digitali dei bambini Rom. La delegazione che visiterà il
‘Casilino 900’ e il campo ‘Salone’ di Roma non sarà certo
obiettiva, ma, al contrario, rappresenta pienamente la destra italiana
della ‘tolleranza zero’ e non basta le
presenza di uomini che si battono per i Diritti Umani, come Viktoria
Mohacsi o Claudio Fava, per ritenerla un organo rappresentativo
dell’Unione europea. Ecco perché esprimiamo delusione e
indignazione nei confronti della Comissione Libertà Civili del
Parlamento europeo, oltre al sospetto che siano stati stipulati accodi
politici svendendo la pelle dei Rom, che da secoli sono vittime di
perversi giochi di potere". Ecco il programma delle tre giornate:
giovedì 18, meeting con deputati e senatori italiani, seguito da
un incontro con le Ong; venerdì 19 meeting con Roberto Maroni,
seguito da meeting con i superprefetti e i sindaci
di Milano, Roma e Napoli, quindi visita ai campi Rom; sabato, ritorno.
"Ci auguriamo che la nostra protesta sia accolta e la visita (ma come
chiamarla ‘visita’, visto che la delegazione è praticamente
italiana?) rimandata," concludono gli attivisti. "Il Parlamento europeo
è ancora in tempo per rendersi conto dell’errore commesso ed
evitare che una delegazione a maggioranza italiana e con numerosi
membri vicini alle Istituzioni che hanno cancellato ogni diritto del
popolo Rom, possa esprimere la voce dell’Unione europea, la stessa
Unione europea che insegue un ideale di tolleranza, pacifica convivenza
e vera civiltà".

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
www.everyonegroup.com/it :: info@everyonegroup.com

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Saronno – Nuova occupazione TeLOS

IL NOSTRO TELOS

“Ciò che esso (lo Stato) rappresenta e ciò che
difende non è la giustizia umana, è la giustizia della
legge che altro non è che la consacrazione del trionfo dei forti sui deboli, dei ricchi sui poveri.
Lo Stato non esige che una cosa: che tutti questi delitti siano compiuti legalmente”

M. A. Bakunin

Oggi, 13/09/08, abbiamo deciso di proseguire il percorso intrapreso lo scorso 25 Novembre
con l’occupazione di uno stabile abbandonato. Abbiamo voluto farlo riappropriandoci e
liberando un altro spazio, anch’esso da lunghi anni inutilizzato.
A cosa serve lasciare un edificio vuoto, aspettando che collassi su se stesso distrutto dal
tempo?
Perché metterci delle inferriate alle finestre, murare tutte le entrate, per impedire che
qualcuno ci entri, trovandoci un’alternativa al vivere per strada, oppure al non avere un luogo
dove incontrarsi la sera, dove poter socializzare, parlare, auto-organizzarsi…

Il mito della proprietà privata ci insegna che è reato prendere del pane che qualcuno sta
buttando, anche se non si ha null’altro da mangiare. Non solo è reato prendere a chi troppo ha,
ma lo è anche prendere a chi non sa che farsene di ciò che ha e lo lascia marcire, invece di
lasciarlo a chi necessita di quel qualcosa per vivere una vita più dignitosa. Forse non è reato
avere troppo e buttarlo via. Di certo però non è giusto. A cosa serve la legge se invece di
difendere i deboli dai soprusi dei forti aiuta i forti a schiacciare i deboli?
Oggi è normale che qualcuno dorma per strada, mentre altri lasciano decine di case vuote per
biechi interessi economici speculativi. Oggi è normale che i privilegi di una vita dignitosa si
debbano pagare fior di quattrini, alla faccia di chi questi quattrini mai li potrà avere.

Il Comune di Saronno questo la sa bene, e difatti piano piano
procede alla svendita degli spazi pubblici per fare cassa, certamente
per avere i soldi da spendere in inutili e sfarzosi interventi di
“abbellimento” della città, sfoggio di intelligenza
politica, ossia di ricerca disperata del consenso tramite una campagna
elettorale lunga quanto un mandato stesso.

Noi questo spazio oggi lo abbiamo liberato dalla sua forzata
inutilità, e lo abbiamo aperto alla città, per riempirlo
finalmente dopo tanti anni, e per dare la risposta che una
amministrazione comunale interessata solo a rifarsi il look in vista
delle prossime elezioni, e poi di quelle dopo ancora, non può
essere in grado né avere il desiderio di dare; una risposta
all’emergenza legata alla mancanza di spazi sociali e di aggregazione
che da sempre affligge il nostro territorio.

Noi vogliamo creare uno spazio libero dalle alienanti regole del mercato, dalla burocrazia
asfissiante, dagli interessi personalistici di una classe politica troppo spesso in malafede, e
comunque sempre incompetente e schiava degli interessi di un gruppuscolo di imprenditori,
veri responsabili della devastazione del nostro territorio e delle nostre vite.
Noi non crediamo nel diritto alla povertà e nel dovere al silenzio ossequioso. Crediamo invece
nell’azione diretta, come espressione attiva delle nostre esigenze,
delle nostre necessità, delle nostre speranze, come risposta a
chi ci vorrebbe marionette inerti, stupidi crocettatori di una scheda
elettorale.

Abbiamo liberato questo spazio e vogliamo che sia la città a viverlo e a farlo vivere, e in
questo senso vanno le nostre azioni.
La città è di tutti, difendiamo il nostro diritto alla libera aggregazione e socialità,
riappropriamoci delle nostre vite!

TeLOS

Lo spazio si trova a Saronno (VA) in Via Concordia 14

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Torino – Blocco stradale

13 settembre. Alcune decine di antimilitaristi si danno appuntamento
sabato mattina a Porta Palazzo per l’oramai consueta battuta di caccia
all’alpino. Moltissimi lavoratori del mercato segnalano la presenza di
militari, ma solo in mattinata. Putroppo, nonostante l’appoggio
promesso nei giorni scorsi dei commercianti più esagitati, i
militari non si fanno trovare. Nel frattempo, mentre una numerosa
rappresentanza della Digos oramai in straordinario perpetuo vigila sui
cacciatori, ignoti tendono indisturbati una catena agli ingressi del
sottopasso di corso Regina, lasciando sul posto un cartello che ricorda
agli automobilisti come la città stia diventando piano piano una
"zona militare".

* * * * *

Torino, 13 set. – (Adnkronos) – Una lunga catena tirata da una parte
dall’altra di corso Regina Margherita, a Torino, a bloccare il traffico
e l’imbocco del sottopassaggio di Porta Palazzo. E’ la dimostrazione
messa in atto questa mattina da alcuni anarchici in segno di protesta
contro quella che viene definita la ‘militarizzazione’ delle citta’
attraverso l’impiego dell’esercito, a fianco di polizia, carabinieri e
guardia di finanza, per il controllo del territorio.
Gia’ nei giorni scorsi, sempre nel quartiere di Porta Palazzo dove da
qualche settimana gli alpini affiancano le forze dell’ordine, c’erano
state altre iniziative di contestazione definite dagli antimilitaristi
‘caccia all’alpino’.

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Chiaiano – Scade l’ultimatum del presidio.Tensione e blocchi.

Alle 17 del pomeriggio di lunedi’ 15
settembre e’ scaduto l’ultimatum che il presidio permanente
contro la discarica di Chiaiano e Marano aveva dato al governo per
entrare nella cava del poligono per poter visionare lo stato dei
lavori.
Alle 17:30 una delegazione di 200
cittadini di Chiaiano e Marano si sono incamminati verso la cava
occupata dal mese di luglio dai militari dell’esercito.
I
cittadini hanno percorso i sentieri della Selva fino a giungere a circa
100 metri dalla zona militare dove ad attenderli hanno trovato un
impressionante schieramento di polizia e guardia di finanza.
Un
lungo fronteggiamento c’e’ stato tra la delegazione di 200
cittadini e le forze del’ordine. Un’ora circa di tensione
in cui i cittadini a mani alzate hanno provato a sfondare lo
schieramento di polizia. Non sono mancati calci e spintoni da parte
della polizia. Anche alcuni attivisti, che provavano a scavalcare lo
schieramento delle forze dell’ordine arrampicandosi tra la
vegetazione, sono stati scaravantetati a terra.
Il "no" del
commissariato straordinario all’ingresso nella cava e’
stato motivato dalla struttura del generale Giannini con il diniego
assoluto all’ingresso di tecnici di parte nella cava. Un segnale
politico gravissimo che vuole oscurare completamente cio’ che sta
avvenendo nella cava del poligono.
I cittadini e gli attivisti del presidio, verso le 18:30 si sono poi spostati verso la Rotonda Titanic dove e’ stato attuato un blocco stradale che e’ durato alcune ore. "Se non entriamo noi, stasera non entra nessuno"
questa la dichiarazione che gli attivisti del presidio hanno annunciato
dai megafoni prima di occupare lo snodo viario a Nord di Napoli.
Il blocco si e’ concluso verso le 20 dopo l’assemblea del presidio che si e’ tenuta sulla Rotonda Titanic bloccata.

Ascolta la cronaca della giornata di Laura Marmorale, Global Project Napoli

Ascolta un commento sulle mobilitazioni di Antonio Musella

Intanto il presidio ha annunciato l’avvio di una forma di
agitazione permanente fino al 27 settembre prossimo quando ci
sara’ lo Jatevenne Day, la manifestazione nazionale convocata
contro la discarica e contro il piano rifiuti.


Galleria Fotografica a cura di Alternative Visuali

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ExKarcere sotto sgombero… Appello alla mobilitazione

L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Cammarata ha individuato un altro (ancora!) segmento di città da vendere alla speculazione edilizia e all’abietto affarismo che copre Palermo. Ennesima azione dei palazzinari,
contigui al potere politico e mafioso della città, la quale
costringe una moltitudine di famiglie all’esodo periferico,
nell’affannosa ricerca di un nuovo tetto sotto cui vivere,
frequentemente portandola all’occupazione delle case sfitte. Il csoa
ExKarcere, nei suoi sette anni di vita, ha giocato un ruolo non
marginale nelle pratiche di occupazione e difesa delle occupazioni per
il diritto alla casa; oggi è lui ad essere messo in discussione
dalla giunta cittadina. ExKarcere non vuol dire solo movimento per il
diritto all’abitare ma anche luogo in cui una larga fetta di
proletariato giovanile ha trovato un riferimento per la produzione di
socialità e cultura altra, di difesa dei territori e pratica
antifascista, di antagonismo e conflitto politico. Il comune di Palermo
sta andando nella direzione in cui il bagaglio di ricchezza e
liberazione del csoa
ExKarcere deve essere scacciato per mano di uno sgombero, nel tentativo di sedare la sua incompatibilità con
le istituzioni e la sua conflittuale pratica politica, per regalare un
altro stabile alla "piazza del libero mercato". I compagni e le
compagne del centro hanno diramato quest’appello, per un corteo
nazionale l’11 ottobre a Palermo, a questo seguiranno approfondimenti e
interviste nelle prossime settimane.

Non fu la prima e non sarà l’ultima… Era il 12 marzo 2001
quando, dopo lo sgombero della casa del goliardo, da una nuova
occupazione di uno stabile abbandonato nel quartiere popolare
dell’Albergheria, la città di Palermo ha visto nascere
l’esperienza del centro sociale occupato e autogestito "ExKarcere";
esperienza che prende le mosse proprio da un’occupazione che è
al tempo stesso riappropriazione di spazi sociali e di luoghi di
autonomia politica, ma anche risposta determinata e conflittuale alla
speculazione edilizia nei centri storici perpetuata dalle varie
amministrazioni cittadine che nel tempo si sono succedute.

Esperienza importante per la nostra città perché è
stata la prima occupazione di un centro sociale a Palermo dopo un
decennio in cui la città era rimasta senza spazi autogestiti o
occupati. Tutto ciò nasce dall’esigenza di rilanciare sul piano
teorico e pratico un nuovo agire politico in netta collisione con il
sistema partitico e con le istituzioni che nel nuovo scenario
globalizzato hanno assunto forme peculiari di invasività e
controllo. Nella distanza incolmabile con ogni forma di dialogo e di
ricerca del compromesso tipica della politica formale, queste nuove
pratiche hanno avvicinato la Palermo più popolare a forme di
partecipazione autonoma e diretta alle battaglie che la vedeva
coinvolta, sviluppando così, nei tanti soggetti sociali della
città normalmente non interessati alle logiche istituzionali, un
concetto di politica orizzontale e mai di rappresentanza.
Le ultime elezioni ci dimostrano inequivocabilmente come la scelta di
compatibilità e di piena integrazione al sistema economico
capitalista e a quello parlamentare, portato avanti da tutto il mondo
della sinistra istituzionale, abbia infine portato alla luce tutte le
contraddizioni e le falsità di questa presunta alternativa
politica accelerandone la prematura scomparsa. Una scelta di
convenienza politica che oggi oltre a mettere in crisi l’esistenza
stessa di questi partiti, ha soprattutto compromesso, nell’immaginario
collettivo, l’idea stessa di una alternativa possibile all’esistente.
Conseguenza di questa scelta di campo è peraltro la passiva
accettazione dell’incontrastato dominio politico dell’attuale governo
Berlusconi le cui prime scelte stanno già delineando un sempre
più pesante attacco ai diritti dei lavoratori, dei precari. Un
progetto politico, quello del centro-destra, che agevolato dalla
complicità veltroniana, sul concetto di "emergenza" ha da subito
imposto le sue linee direttive basate su pesantissimi tagli nel campo
dell’istruzione, dell’università-ricerca, delle spese sociali;
su riforme legislative che aumentano il controllo sociale, palesemente
antidemocratiche (dal federalismo alle riforme giudiziarie); sulla
definitiva svalutazione del lavoro salariato, su una ancora più
pronunciata istituzionalizzazione della precarietà del lavoro e
della vita; e soprattutto sulla sistematica repressione di ogni forma
di dissenso politico e incompatibilità sociale sostenuta
attraverso militarizzazioni forzate dei territori e strumentali
criminalizzazioni ogni qualvolta emergano forme di reale antagonismo.
ExKarcere ha rappresentato in questi anni una significativa espressione
cittadina di antagonismo che, rifiutando la logica del compromesso con
le istituzioni, ha ostacolato in più di un’occasione i processi
di valorizzazione del capitale nella metropoli, attirando così
la decisa risposta degli apparati repressivi. In questi sette anni
però la resistenza determinata dei compagni e delle compagne ha
saputo avere la meglio sulle continue minacce di sgombero e su tutte le
iniziative giudiziarie e poliziesche che ci hanno colpiti, continuando
con fermezza il lavoro politico all’Albergheria e in tutta la
città. Il potere tenta nuovamente di cancellare una storia fatta
di lotte sociali, di battaglie di riappropriazione di diritti e grandi
mobilitazioni di piazza lontane anni luce da ogni schematismo di
partito e da ogni forma di delega e di rappresentanza in una metropoli
caratterizzata da uno stravolgimento delle relazioni sociali e da
modernizzazioni imposte da modelli neo-coloniali.
Dalla nascita, poco prima del g8 a Genova , l’ExKarcere ha saputo
essere punto di riferimento per migliaia di giovani palermitani e per
intere fasce di proletariato dei quartieri popolari palermitani al
fianco dei quali siamo scesi in piazza ogni volta che si e’ trattato di
impedire uno sfratto o uno sgombero o di sostenere la lotta per la
casa, per un reddito garantito lavoro o non lavoro, quando si e’
trattato di opporsi al vertice ONU tenutosi in una Palermo blindata
oppure quando si e’ rilanciato il ruolo del 1 maggio e della lotta
contro la precarietà e per un reddito garantito costruendo la
Palermomayday; ha saputo farsi portavoce delle istanze di chi in
città lotta per il problema abitativo, combattendo al loro
fianco gli sfratti e organicamente con le fasce proletarie di
popolazione che affrontano quotidianamente i drammi prodotti da miserie
e speculazioni; è stato accanto ai lavoratori in agitazione
della FIAT di Termini Imerese e di fronte alle agenzie interinali per
reclamare lavoro, reddito e dignità; è stato protagonista
delle grandi mobilitazioni contro il Ponte sullo Stretto e contro altre
grandi opere (la prossima costruzione dell’inceneritore di Bellolampo)
denunciandone non solo invasività, inutilità e
pericolosità per l’ambiente e la salute, ma opponendosi
soprattutto ad un modello di sviluppo, che fa degli interessi economici
delle varie lobbies imprenditoriali (del cemento, della guerra…)
l’unico criterio valido per determinare le vie al "progresso" di un
determinato territorio, non preoccupandosi di distruggere
irreversibilmente le naturali vocazioni e le specificità dei
luoghi, delle popolazioni, delle relazioni sociali; ma ExKarcere
è stato in questi anni anche sinonimo di antifascismo militante,
pratica coltivata oltreché con una politica culturale e di
controinformazione, soprattutto impedendo la conquista di
agibilità politica cittadina alle formazioni neofasciste e
andando in controtendenza con un atteggiamento "vittimista" nei
confronti del tema "antifascismo" che va per la maggiore in alcuni
territori anche fra le realtà di compagni sia a Palermo che nel
resto d’Italia.
Oggi, questo bagaglio di lotte e idee di cambiamento è messo in
discussione dall’ennesima manovra affarista dell’amministrazione
Cammarata (Forza Italia), che, mettendo in campo il suo apparato
poliziesco-repressivo, si vuol riprendere un posto di valore dalla cui
vendita a enti privati tanti governanti troveranno il proprio
portafoglio più gonfio.
In opposizione a politiche securitarie e pratiche di controllo sociale
che vorrebbero reprimere e cancellare quelle realtà che, sempre
in prima linea nella costruzione e diffusione di lotte dal basso, hanno
saputo generare e interpretare le istanze di una vera e propria
conflittualità di classe, rispondiamo indicendo nel giorno 11
ottobre 2008 un corteo nazionale dei centri sociali che, sull’onda
della radicalità e della determinazione che ci ha
contraddistinto in questi anni, risponda con la dovuta rabbia ai
processi di militarizzazione delle politiche di ordine pubblico e di
repressione delle esperienze di lotta. Nessuno fermerà la nostra
voglia, il nostro bisogno di conquistare spazi di agibilità
politica nella nostra città, giorno dopo giorno, ci riprenderemo
metro dopo metro, pezzo dopo pezzo le strade e le piazze, per creare
spazi di contropotere da contrapporre alle logiche capitalistiche.
Invitiamo dunque la cittadinanza, i compagni e le compagne di
tutt’Italia, e tutti coloro i quali sono ancora pronti a difendere la
legittimità e il ruolo politico e sociale che spazi antagonisti
quali l’ExKarcere svolgono nelle metropoli, a partecipare con la
propria determinazione al corteo in difesa degli spazi sociali e delle
realtà autonome continuamente minacciate dalla repressione del
comando capitalista.
EXKARCERE RESISTE…
NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!
MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI CENTRI SOCIALI
PALERMO 11 OTTOBRE 2008
Concentramento

ORE 16 VIA MONGITORE 77 (davanti ExKarcere)

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IL SUD CONTINUA A RIBELLARSI

Dal campeggio NOINC
tenutosi a Palermo a fine Agosto incentrato sulla battaglia contro
l’incenerimento per un piano rifiuti ecocompatibile, le diverse
realtà meridionali presenti hanno deciso di dare vita ad un
manifesto comune di sostegno alle resistenze che attraversano il sud.
Scopo del manifesto , è quello di riprendere parola in maniera
comune nei territori del Sud a partire dalle principali contraddizioni
che questo modello di sviluppo continua a determinare, quali lo scempio
delle grandi opere e la conseguente devastazione, la precarietà,
la militarizzazione…
Su questi temi ed a partire dalla vicenda rifiuti stiamo lavorando alla
costruzione di una serie di iniziative nei diversi territori del sud da
svolgersi nel periodo che va dal 18 al 21 Settembre in sostegno ai
movimenti sotto processo come ai centri sociali minacciati di sgombero
nonchè in preparazione della mobilitazione nazionale del 27 a Chiaiano
alla quale aderiamo.

ASSEMBLEA CITTADINA VENERDI 19 SETTEMBRE ORE 16.30
AL CENTRO ANZIANI S.CRISTINA

RIFIUTI-MISERIA-PRECARIETA’-RESTRIZIONI DELLE LIBERTA’
IL SUD CONTINUA A RIBELLARSI


Le realtà antagoniste meridionali esprimono la loro
solidarietà umana e politica a chiunque nel meridione continua a
ribellarsi:
•Alle comunità che , da Chiaiano a Gioia Tauro , da
Bellolampo a Grottaglie , si oppongono all’aggressione selvaggia
rappresentata da opere invasive , inutili e dannose (discariche ,
inceneritori , rigassificatori , centrali energetiche) e all’attuale
modello di sviluppo per difendere salute , ambiente e territorio .
Opere infrastrutturali quali il Ponte sullo stretto , utili solamente a
gonfiare le tasche alle lobby del cemento , porteranno ad una
precarizzazione delle esistenze nonché ad un’irreversibile
devastazione del territorio , cancellandone le naturali vocazioni e
relazioni sociali.
•Ai movimenti dei disoccupati di Napoli e Salerno sotto processo per aver rivendicato lavoro , reddito , dignità.
•Ai centri sociali e a tutte quelle realtà di base
attaccate dalla repressione e continuamente minacciate di sgombero ( Centro sociale ExKarcere – palermo ; Centro sociale AsiloPolitico – salerno ) in quanto sin dagli anni novanta libere e autonome forme di opposizione sociale e politica nei propri territori.
La memoria storica dell’antagonismo di classe e dell’opposizione politica meridionale non si cancellano;
le lotte sociali non si processano;
le idee di libertà e cambiamento non possono essere umiliate da
uomini in divisa e mezzi blindati , da banchieri e governi affaristi ,
da partiti autoreferenziali e sempre più lontani dai bisogni
reali della gente.

Realtà Antagoniste Meridionali

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Asti, occupato uno stabile

Tre anni dopo la chiusura del csa "Tierra y Libertad", quest’oggi i
Collettivo Autonomo Pecore Nere ha messo in piedi una nuova
occupazione: in via Cupuana, è stato liberato uno stabile
abbandonato da 15 anni dalle ferrovie.
L’occupazione prende particolare valore alla luce della situazione
della città, chiusa e sorda rispetto ai bisogni dei giovani.
Un’esigenza di socialità e produzione altra, libera dagli schemi
del profitto e del consumo. Ma anche una necessità di
liberazione dal controllo istituzionale e di pratica della critica e
dell’antagonismo. Dal primo pomeriggio di quest’oggi lo spazio
è stato pulito e si prepara ad esser riempito da una prima
assemblea tra i compagn*. E’ prevista anche una "festa d’inaugurazione".

Nel momento dell’entrata nello stabile è stata la Polfer la
prima a "fare visita" agli occupanti, dopodichè è
arrivata la Digos con polizia e carabinieri. La situazione sembra
tranquilla, nonostante fuori dai cancelli vi sia ancora qualche forza
dell’ordine.

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