Milano – Denuncie per il corteo contro lo sgombero del Cox18

Milano, 25 gen. (Apcom) – Cinque persone appartenenti a gruppi
anarchici sono state denunciate per devastazione e saccheggio dai
carabinieri del Nucleo Informativo di Milano. Ieri, durante il corteo
dei centri sociali per protestare contro lo sgombero del centro sociale
Cox 18, i cinque, una ragazza di 31 anni e quattro giovani, avevano
fatto irruzione nel negozio di abbigliamento Bershka di via Torino,
realizzando quello che viene definito "esproprio proletario".

In base a quanto riferito dai carabinieri milanesi, i denunciati
sono tuttora a piede libero, mentre sono in corso ulteriori
accertamenti per l’identificazione di altri responsabili dei
danneggiamenti avvenuti durante il corteo.

corriere.it

MILANO – Tensione durante il corteo di protesta per lo sgombero del
centro sociale Cox 18, sabato pomeriggio nel centro di Milano. Dopo
aver attraversato il centro, i manifestanti si sono diretti nella zona
dei Navigli, da dove erano partiti e dove si trova la sede del centro
sociale. All’ingresso di via San Gottardo, bloccata dagli agenti in
tenuta anti sommossa, c’è stato un fitto lancio di petardi,
bottiglie e fumogeni. Un poliziotto è rimasto ferito per lo
scoppio di un grosso petardo: ha la mano ustionata ma le sue condizioni
non sono preoccupanti.

DUE DENUNCIATI – Due manifestanti sono stati denunciati a piede
libero per possesso di oggetti atti a offendere: un noto esponente di
area insurrezionalista e una ragazza di circa vent’anni. Nei loro zaini
c’erano mattoni, mazze e martelli. Tra gli episodi al vaglio della
Questura ci sono il danneggiamento di due bancomat, di due auto
parcheggiate, un tentativo di furto in un negozio in via Torino dove un
gruppo di ragazzi ha cercato di portare via la cassa, e il lancio di
oggetti contro i cordoni di polizia in corso San Gottardo.

FACINOROSI – Durante il passaggio del corteo sono stati lanciati
petardi e bottiglie contro la polizia, danneggiati negozi e infrante
vetrine. Gli autori sono una trentina di facinorosi, vestiti di nero e
con il volto coperto da cappucci e sciarpe, che il resto del corteo ha
tentato di isolare gridando «Bastardi, ci sputtanate».
Tensione anche in via Torino, dove i violenti hanno divelto alcuni
cestini dell’immondizia, portandoli in mezzo alla strada e dando fuoco
ad uno di essi. Poi hanno fatto irruzione nel negozio Bershka della
stessa via urlando «Tutto il vostro lusso è provocazione,
esproprio proletario e rivoluzione» e portando via della merce
dopo un diverbio con i responsabili della sicurezza. Sulle vetrine sono
stati disegnati simboli anarchici. È seguito un violento
diverbio, con spintoni e insulti, tra gruppi di manifestanti. Per
questa vicenda cinque persone tra i 23 e i 32 anni, appartenenti
all’area anarchica più intransigente, sono stati denunciati per
devastazione e saccheggio. Dura la reazione del vicesindaco De Corato:
«Porteremo tutti i responsabili dei disordini in tribunale, come
abbiamo fatto per i disastri di corso Buenos Aires del 2006». Per
tutto il pomeriggio di sabato il traffico cittadino è stato in
tilt e molte linee di tram e bus paralizzate.

PETARDI E FUMOGENI – In piazza Missori un manifestante ha lanciato
un petardo contro il cordone dei carabinieri, in via Mazzini altri
hanno lanciato un fumogeno nel locale bancomat di una filiale del Monte
dei Paschi di Siena, senza conseguenze. La vetrina di una filiale della
Banca di Roma in fondo a corso Italia è stata colpita con degli
oggetti ed è stato lanciato un petardo. Ci sono stati lanci di
petardi e imbrattamenti a banche e agenzie immobiliari. Le scritte:
«Nervi tesi fasci appesi» e «Fuoco alle
banche». Due ragazzi sono stati portati in Questura per
accertamenti sul materiale trovato nei loro zaini, poi sono stati
rilasciati.

«SIAMO DIECIMILA» – Il serpentone era aperto da un
gruppo di donne con lo striscione «La cultura non si
tocca», ha intonato cori contro l’amministrazione comunale, come
«Letizia Moratti non hai capito niente. Conchetta 18 non si
arrende». Secondo gli organizzatori alla manifestazione hanno
partecipato diecimila persone (4mila secondo le forze dell’ordine), tra
loro anche esponenti della sinistra critica e dei collettivi
studenteschi. Sui muri sono comparsi dei manifesti che ritraggono il
logo dell’Ecopass con al centro la foto del vicesindaco Riccardo De
Corato e la scritta: «Zona a pensiero limitato». Al corteo
c’era anche il regista Gabriele Salvatores, secondo cui lo sgombero del
Cox è «una cosa un po’ vigliacca e senza senso e con un
tempismo perfetto, visto che c’era una trattativa in atto».
«Il Conchetta mi sembra sia uno dei centri sociali milanesi che
ha sempre seguito la strada della cultura – ha aggiunto il regista,
amico di Primo Moroni, di cui il Cox conserva l’archivio sui movimenti
antagonisti -. Ai tempi del film Nirvana, tra l’altro, mi aiutarono
molto».

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Firenze – A processo per associazione sovversiva

n questi giorni, la procura della repubblica di Firenze ha
notificato al nostro avvocato l’avviso di conclusione delle indagini
per 270 bis (associazione sovversiva con finalità di
terrorismo). Si andrà quindi a processo. Questa indagine ha
portato, nel novembre dello scorso anno, alla perquisizione e allo
sgombero dell’Asilo Occupato di Via Bolognese e dello spazio anarchico Villa Panico di S.Salvi (rioccupato dopo circa tre settimane e tutt’ora in buona salute), oltre ad alcune perquisizioni domiciliari.
Principali novità:
1)l’avviso di garanzia consegnatoci al momento delle perquisizioni di
novembre 2007 riguardava 7 compagni del Panico ed una compagna del
circolo anarchico pisano di via del Cuore. Questa compagna non figura
nella conclusione delle indagini, che in compenso viene estesa ad altri
12 compagni dell’area anarchica e libertaria fiorentina. In tutto i
compagni rinviati a giudizio sono 19.
2) Nell’inchiesta viene inclusa anche l’occupazione del Panico di
piazza Ghiberti, aggravata, come tutte le altre accuse, dalla
finalità di terrorismo ed eversione (!) A quel che ci risulta,
è il terzo caso in Italia negli ultimi anni, dopo quelli di
Bologna e Rovereto.
3) Gli altri reati specifici, contestati solo ad alcune persone, sono:
interruzione di pubblico servizio, danneggiamento, imbrattamento,
istigazione a delinquere e violazione delle leggi elettorali, il tutto
aggravato dal concorso e dalla finalità di eversione e
terrorismo. All’anima!
4) Ultimo particolare, il più fastidioso: l’indagine distingue
tra semplici partecipanti e dirigenti: quattro compagni sono accusati
di essere nè più nè meno che…i capi! Per i fatti
di novembre/dicembre 2007 (perquisizioni, sgomberi e impianto di questa
fragile montatura) rimandiamo alla lettura dell’opuscolo "Per farla finita con i fantasmi- Strategie repressive a Firenze e in Toscana" che trovate su www.informa-azione.info

Seguiranno aggiornamenti e commenti.

compagni del Panico

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Processo BR: Ichino va in aula per attaccare lo statuto dei lavoratori

ichino.jpg
 
Perchè Ichino (noto giuslavorista che non ha mai lavorato) si presenta come parte civile nel processo contro le "nuove BR"?

La risposta è arrivata stamani quando il senatore PD, nell’aula
giudiziaria che deve emettere un giudizio sugli imputati, ha trovato un
giusto palco, un attento pubblico e una buona pubblicità per le sue
teorie.
Ichino infatti ha preso la parola per sottolineare come la sua scelta
di costituirsi parte civile era stata presa «non tanto per me ma perchè
le limitazioni, le intimidazioni permanenti alla libertà di pensiero
sono qualcosa che pesa sull’intero Paese. Non mi importava tanto per
me, ma non volevo svalutare quanto accade all’intera comunità
accademica a cui appartengo».
Sorvolando sulla sua appartenenza alla comunità accademica, Ichino ci
insegna, se ce ne fosse ancora bisogno, come usare un tribunale a scopi
politici e spostare l’attenzione dei media su questioni che non hanno
niente a che vedere con gli omicidi per cui sono a giudizio gli
imputati e per cui il processo è in atto.
C’è da ricordare che il giuslavorista e senatore del Partito
Democratico (termine ormai diventato il nulla che diventa tutto ) è tra
i maggiorni responsabili dell’attacco ai diritti di chi lavora, sancito
dallo statuto dei lavoratori. Usare il palco del Processo alle "nuove
BR" per intimidire chi si sta battendo contro la macelleria sociale
portata avanti dai torici del lavoro è una operazione vergognosa e
ingiustificabile.
Quando il Nostro si esibisce in un esilarante (per quanto tragico) "in
nessuna parte del mondo il dibattito sul diritto del lavoro rappresenta
una minaccia…ma un paese democratico non può essere limitato nella
sua possibilità di discutere….questo rappresenta una grande
sofferenza», ci viene da ricordare che chi sta soffrendo oggi, nel
nostro paese, non è lui ma le migliaia di cassaintegrati delle
fabbriche e tutti quelle centinaia di migliaia di lavoratori precari
(creati dal pacchetto Treu e poi dalla legge Biagi ) che grazie alle
politiche ispirate da Ichino e colleghi stanno pagando sulla propria
pelle non solo il frutto della crisi ma anche i formidabili incassi che
le aziende fanno sulle spalle dei lavoratori.

Questa è la vergogna e il crimine.

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In 10mila al corteo nazionale contro gli sgomberi!

h 20:00 – Momenti di tensione e
lancio di fumogeni e torce verso la polizia che ha chiuso la strada
alla manifestazione, impedendo di fatto la rioccupazione del Cox 18.
Un’ambulanza, che passava a sirene accese, non è stata fatta passare
dalla polizia: questo ha provocato indignazione tra i manifestanti e
una risposta del corteo che ha lanciato ancora oggetti contro la celere
schierata, finché i poliziotti non si sono aperti, lasciando libero il
passaggio al mezzo di soccorso.

La manifestazione di oggi è stata imponente e ha ribadito che le scelte
di De Corato & Co, di mettere le mani sugli spazi occupati per mere
speculazioni immobiliari, non passeranno. L’appuntamento è rilanciato a
sabato prossimo, per un altro importante corteo milanese. Tema
centrale, ancora una volta, la difesa degli spazi sociali sgomberati o
sotto sgombero.

h 19:00 – Il corteo sta
rientrando nel Ticinese, nei pressi del Cox18. Diverse migliaia le
persone in piazza, una partecipazione forte delle realtà autorganizzate
milanesi ma anche molte le delegazioni venute da fuori città a portare
solidarietà ai compagni del Cox18, contro gli sgomberi
dell’amministrazione meneghina.

h 17.30 – E’ partito il corteo
convocato dall’Assemblea tenutasi giovedì sera dopo lo sgombero del Cox
18, assemblea che ha rilanciato la mobilitazione a difesa degli spazi
sociali e contro gli sgomberi voluti dall’amministrazione milanese e
dal sindaco De Corato.

Cox 18 aveva detto, sui manifesti e nelle parole d’ordine, che questo
sgombero non sarebbe stato accettato nel silenzio. Così è stato;
moltissimi centri sociali di Milano (quasi tutti), dal Nord, dalla
Liguria, dal Veneto e dalla Lombardia. Uno striscione nero con la
scritta «La cultura non si tocca» ha aperto il corteo. Fra gli altri
striscioni ci sono «chi sgombera non legge libri» e «Per il diritto
alla casa e agli spazi sociali occupare non è reato».

Il corteo ha atteso che due compagni, fermati sotto casa, fossero
liberati prima di muoversi e di percorrere le vie del centro cittadino.
Si sono alzati slogan in solidarietà con la lotta dei migranti che
proprio questa mattina hanno tentato una fuga di massa dal lager di
stato di Lampedusa. Slogan contro De Corato e l’amministrazione
milanese. 

Il corteo ora si sta muovendo da piazza Ventiquattro Maggio (da dove è
partito) verso il centro città. Tra i partecipanti al corteo anche il
regista Gabriele Salvatores. «Il Conchetta mi sembra sia uno dei centri
sociali milanesi che ha sempre seguito la strada della cultura – ha
detto il regista, amico di Primo Moroni – ai tempi del film Nirvana,
tra l’altro, mi aiutarono molto».

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Fuga dal CPA di Lampedusa più di mille in corteo CON NEWS E AGGIORNAMENTI

Tutti fuggiti i 1.300 migranti ospiti del Centro di prima accoglienza
di Lampedusa. Hanno forzato i cancelli e aggirato i controlli delle
forze dell’ordine. E si sono diretti in massa verso la piazza del Municipio di Lampedusa gridando "libertà, aiutateci."
Il corteo è scortato dalla polizia che però non è intenzionata ad
intervenire. Insieme a loro si sono uniti in solidarietà gli abitanti
dell’isola che ieri avevano protestato contro la costruzione del Cie
"Centro identificazione ed espulsione" nell’ex base navale Loran della
guardia costiera.

I migranti stanno chiedendo di non rientrare all’inerno del Cpa e di
avere la possibilità di lasciare l’isola per riunirsi alle loro
famiglie che vivono per la maggior parte in Francia, Germania e nord
Italia. Attualmente è sceso in piazza l’ ex sindaco dell’isola Martello
a fare da mediatore "Siamo insieme a voi – dice – vogliamo che vi
trasferiscano negli altri centri italiani, ci batteremo perchè possiate
lasciare Lampedusa, ma ora dovete rientrare nel centro". I migranti,
però, continuano a ribadire che non lasceranno la piazza e che la loro protesta sarà pacifica.
Dentro il centro le condizioni di vita sono indignitose come deninciato
varie volte in questi anni, sovraffollamento e condizioni sanitarie
molto precarie hanno portato allo stremo i migranti detenuti
all’interno, alcuni di loro che stanno attndendo la possibilità di
lasciare l’isola da ormai più di un mese.

Questa protesta dimostra come siano assolutamente inadatte le proposte
di questo governo sull’immigrazione. E dimostra come sia possibile
riuscire a scardinare e mettere in crisi le politiche repressive, che non riescono perchè impossibile contenere lam volontà della migrazione.

 
e ancora…
 
 
 
 

Quella di venerdì è stata una giornata
densa di tutte le contraddizioni accumulate in questi anni intorno alla
frontiera più spettacolarizzata d’Europa.
A Lampedusa,
nelle ultime settimane, si sono registrati i momenti più
infernali di sempre in quello che alcuni ancora si ostinano a chiamare centro di prima accolgienza, anche se mai lì i drammi e le sofferenze hanno avuto tregua.
Circa 2.000 persone sono stipate in una struttura che a mala pena
è in grado di contenerne 850. Le disposizioni del Governo, che
ha deciso lo spostamento in loco della commissione territoriale per la
valutazione delle domande d’asilo, impongono che l’attesa
della risposta avvenga all’interno del Cpa. Così il centro
straripa di disperazione e gli abitanti, per la prima volta con tanta
determinazione, prendono posizione contro questa drammatica situazione:
"non vogliamo che Lampedusa si trasformi in una nuova Alcatraz",
dicono. In questo clima di rifiuto verso quel centro disumano che ha
contagiato ormai di disperazione tutta l’isola, la stessa
senatrice della Lega Nord, Angela Maraventano, divenuta vice-sindaco di
Lampedusa proprio grazie alle sue sparate
anti-immigrati, è uscita di scena, con la revoca della delega
all’immigrazione dopo essersi dichiarata favorevole
all’apertura di un nuovo Cpt.

Il Viminale ha reso operativa la nuova struttura, un
centro di identificazione ed espulsione che ha aperto i battenti in
mattinata.
Ma non è stato per niente facile metterlo in
funzione: nonostante l’isola fosse assediata dalla presenza di
reparti delle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa, i
blocchi e le manifestazioni, che hanno visto la partecipazione di oltre
quattromila abitanti, hanno impedito che i pullman carichi di 110
migranti diretti proprio nel nuovo centro arrivassero a destinazione.
All’interno della struttura hanno preso coraggio anche le voci degli stessi detenuti, in decine sono riusciti poi ad uscire dal centro e si sono uniti ai dimostranti che presidiavano l’esterno.
Un gruppo di manifestanti che protestava, all’arrivo del prefetto
Morcone, funzionario del Viminale a guida del Dipartimento
immigrazione, è stato caricato dalle forze dell’ordine:
due ragazze ed un minorenne sono rimasti contusi.

Gli isolani chiedono di non trasformare l’isola
in una enorme prigione, rivendicano la vocazione di Lampedusa al
turismo, rifiutano l’idea di poter ancora ospitare i drammi di
quel lager dicono. Oggi, certo non senza
contraddizioni, l’isola che raccoglie da anni la disperazione, le
sofferenze, le speranze per un futuro migliore di migliaia di migranti
stipandole in un centro di detenzione, ha scoperta cosa significa
indignarsi.

Le preoccupazioni dell’Alto commisariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)
ha espresso oggi crescente preoccupazione per la situazione umanitaria
dei quasi 2000 migranti, fra i quali molti richiedenti asilo,
attualmente ospitati nel Centro di primo soccorso ed accoglienza di
Lampedusa in condizioni di estremo sovraffollamento. Il centro di
accoglienza ha una capienza massima di 850 posti e non è in
grado di ospitare un così alto numero di persone. Pertanto,
centinaia di soggiornanti sono costretti a dormire all’addiaccio
sotto teli di plastica come unico riparo. In queste condizioni non
possono essere garantiti adeguati standard di accoglienza. leggi tutto>>

Amnesty International, Save The
Children, Cir, Asgi, Medici Senza Frontiere ed altre associazioni
denunciano il grave ed imminente rischio di violazione dei diritti
fondamentali

Le associazioni ed enti di tutela firmatari
esprimono la propria vivissima preoccupazione in merito ad alcune
scelte del Governo italiano relative alla complessiva gestione degli
arrivi di cittadini stranieri a Lampedusa. Contrariamente a quanto
è avvenuto dal febbraio 2006, risulta infatti che il Ministro
dell’Interno abbia sospeso ogni trasferimento dei cittadini
stranieri dal Centro di primo soccorso e accoglienza (CSPA) di
Lampedusa verso altre strutture situate nel territorio nazionale. Lo
stesso Ministro dell’Interno ha altresì disposto, con
proprio decreto del 14 gennaio 2008, di procedere con immediatezza, in
via d’emergenza, al trasferimento della Commissione territoriale
per il riconoscimento del diritto d’asilo di Trapani (competente
territorialmente) sull’isola, in modo che tutte le domande di
asilo presentate a Lampedusa siano esaminate con sollecitudine dalla
stessa Commissione di Trapani, mantenendo nel frattempo i richiedenti
nel centro di prima accoglienza e soccorso. leggi tutto>>

L’intervento del Prof Fulvio
Vassallo Paleologo, Università di Palermo – Filo spinato a
Lampedusa. Ed i diritti di difesa?

La recente decisione del
ministro Maroni di trasferire a Lampedusa la commissione territoriale
già insediata a Trapani e di trattenere nell’isola
pelagica tutti i migranti che vi arrivano o che sono soccorsi da mezzi
militari italiani nel Canale di Sicilia, crea le condizioni per gravi
violazioni del diritto interno, del diritto comunitario e del diritto
internazionale. La decisione di Maroni rischia di privare i migranti
che ricevono un diniego o coloro che potrebbero impugnare un
provvedimento di allontanamento forzato, di qualsiasi
possibilità di difesa, tenendo conto del fatto che in
quell’isola non esiste nè un ufficio giudiziario,
nè tantomeno una Questura o una Prefettura. leggi tutto>>

Gallerie fotografiche da Repubblica.it:
-  Lampedusa in rivolta contro il nuovo Cpt
-  Lampedusa: il girone dei disperati

Vedi anche:
-  Da oggi in funzione il Centro di espulsione
-  Blocchi stradali, alta tensione
-  Strage di migranti davanti alle coste tunisine e a Lampedusa situazione esplosiva
-  Lampedusa – Anche il sindaco contro il CPT
-  Accordi bilaterali e tutela dei diritti fondamentali dei migranti: il caso Italia-Libia
-  Italia-Egitto: Accordi di riammissione e divieti di espulsione e di respingimento
-  Viminale invia prefetto. Sindaco: sciopero generale a oltranza. Nazioni Unite: situazione insostenibile
-  Lampedusa, girone dei disperati – Le storie dei sopravvissuti al mare

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Varese – Attaccata sede lega di Gallarate

fonte: varesenews

22 gennaio 09: Scritte antirazziste, uova e colla nelle serrature della sede della Lega a Gallarate.

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Madrid – Bloccato lo sgombero del Patio Maravillas

Madrid – Bloccato lo sgombero del Patio Maravillas

Questa
mattina c’erano più di 400 persone pronte a difendere con
ogni mezzo possibile le sorti del centro sociale occupato di
Malasaña.

Questa
mattina c’erano almeno 400 persone davanti alla porta del centro
sociale occupato Patio Maravillas che si trova proprio nel cuore del
quartiere madrileño di Malasaña.
Lo scorso
giovedì infatti, a un anno e 7 mesi dall’apertura di
questo spazio, gli occupanti avevano ricevuto l’ordine di
sgombero dell’immobile, ufficialmente previsto per la giornata di
oggi alle ore nove.
Eppure, tutti coloro che in questi mesi hanno
attraversato e vissuto questo spazio non erano certo disposti a
rinunciare facilmente ad un progetto nel quale hanno creduto e per il
quale hanno investito e lavorato.
La campagna mediatica è
stata potente ed efficace, tanto che oggi dalla pagina web del Patio
era addirittura possibile seguire l’evento sia in diretta audio che video
e moltissime realtà sociali, politiche e culturali, già
da diverse settimane avevano appoggiato la campagna anti-sgombero.
Vista anche la muraglia umana che letteralmente ha invaso la strada
sulla quale si affaccia questo centro sociale, la presenza delle forze
dell’ordine durante la mattinata è stata pressocchè
minima ed è quindi, almeno per ora, bloccato il processo di
sgombero.
Inutile parlare della felicità dei ragazzi del
Patio che vivono questa giornata come una vittoria e che hanno trovato
un notevole riscontro anche e soprattutto a livello politico rispetto
all’importanza che il caso ha assunto a livello nazionale ed
internazionale.
Intervista a Dany del Patio. [ ascolta ]
Video del tentativo di sgombero del Patio. [ guarda ]

Vedi anche:

-  Il Patio Maravillas resiste!
-  Il Patio Maravillas non si tocca!

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TORINO:: LA CHIESA BRUCIA

fonte: CronacaQui (che titola "Gli anarchici contro la chiesa: La Parrocchia deve bruciare")

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I lavoratori portuali incrociano le braccia

Ennesima morte sul lavoro nei porti italiani. A La Spezia un
operaio viene travolto dal "muletto", sciopero immediato nel porto
spezzino e braccia incrociate per 24 ore su tutto il territorio
nazionale
Giuliano Fenelli, operaio 50enne del porto di La Spezia (dove lavorava
per la Spetter) è stato schiacciato da un carrello per scaricare i
container mercoledi mattina. Travolto alle spalle, vittima del lavoro
inesorabilmente sussunto all’accumulazione del profitto
imprenditoriale, quindi della più bieca violazione delle norme di
sicurezza più elementari. Tanti sono le vittime sul lavoro nel nostro
paese, un bollettino da guerra quotidiano, dentro il quale i porti
italiani sono tristi protagonisti, nemmeno un anno fa la tragedia al porto di Genova.

Già mercoledi, alla notizia della morte di Giuliano, i lavoratori dei
porti di Genova e La Spezia hanno spontaneamente abbandonato il lavoro,
facendo poi pressione ai sindacati perchè venisse proclamato uno
sciopero nazionale. Così è stato, 24 ore di blocco dei porti del nostro
paese a partire dalla mezzanotte.

Altissima l’adesione trovata negli scali portuali: produzione ferma a
Genova, Brindisi, Taranto, Ravenna, Savona, Gioia Tauro, Napoli,
Ancona, Venezia, Livorno. Ovviamente anche al porto spezzino, punto dal
quale è partito un corteo che ha raggiunto la prefettura per esigere
l’attuazione immediata degli accordi sulla sicurezza stipulati e non
rispettati.

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Un anno di condanna ai No Tav!

Si è concluso questa mattina il processo a carico di Luca e
Giorgio per i fatti avvenuti immediatamente dopo lo sgombero del
presidio di Venaus del 5 dicembre 2005. Il giudice, nonostante nelle
altre udienze i testimoni/poliziotti si erano contraddetti a dismisura
nelle loro testimonianze, ha accolto appieno le richieste del Pm. Un
anno di condanna a entrambi, accusati di resistenza, danneggiamento e
furto. La sentenza è stata accolta da una contestazione interna
all’aula dai no tav presenti nel pubblico e fuori dal presidio
organizzato dal movimento che non è mancato ad ogni udienza. E’
chiaro come ci sia la volontà d’intimidire il movimento,
colpendo qua e la per fatti marginali rispetto ai giorni di battaglia
del prima e dopo la liberazione di Venaus. Condannare un movimento
popolare significa schierarsi apertamente contro coloro i quali,
lottano per un futuro diverso, tanto più quando è lo
stato ad essere il vero imputato per lo sgombero violento del presidio
di Venaus, lo stesso che poi ha dovuto fare retromarcia rispetto alla
determinazione popolare l’8 dicembre 2005. Se la strada è
questa, coadiuvata da Osservatori, poteri straordinari, voltagabbana,
vescovi, liste si tav bipartisan…non basta, a sarà dura! Per noi ma sicuramente più per loro!

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Leggi anche:
NoTav a processo

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